Diario di viaggio alla scoperta delle Alpi Apuane
Come inizia un viaggio? Spesso un viaggio richiede mesi e mesi di progettazione, a volte però capita che inizi così, per puro caso. Era il settembre del 2016 quando mi sono ritagliato una giornata per andare in montagna. Ho preparato lo zaino, la mia fidata Canon 70D e me ne sono andato sul Moriglion di Penna (LU). Ero talmente soddisfatto della giornata che il giorno seguente andai sul versante lucchese dei Monti Pisani; dalle Parole d’Oro sino alla Tenuta di Santallago. Così, ogni volta che avevo un giorno libero ho deciso di andare in mezzo alla natura.

Questo è stato l’inizio del mio viaggio
Partendo dalla Piana di Lucca, ho risalito il fiume Serchio, un ottimo esempio di integrazione di un’area naturale con un ambiente urbanistico. Posto a pochissimi metri dalla città di Lucca, questo è un’ideale punto di partenza per brevi escursioni o lunghe camminate che ti possono condurre sino alle porte della Valle del Serchio. È così che ho iniziato ad adocchiare in lontananza le prime vette Apuane del versante garfagnino. Ho raggiunto il borgo di Isola Santa, un angolo nascosto nel cuore delle Apuane, un villaggio solitario fuori dal tempo. A questo punto ero letteralmente circondato dalle cime più imponenti di queste “terre selvagge” e il loro richiamo è stato troppo forte.

Escursioni sulle Alpi Apuane
Passavano le settimane, i mesi e oramai le Alpi Apuane erano diventate la mia meta per escursioni giornaliere, percorrendo chilometri e chilometri di bosco, raggiungendo vette che sino a quel momento avevo sempre visto in lontananza, e ogni volta fotografavo e soprattutto filmavo tutto ciò che vedevo. Le Alpi Apuane sono considerate il “tetto della Toscana” (a differenza dell’Appennino Tosco Emiliano che rappresenta più un confine tra Toscana e Emilia Romagna) e alcune di queste montagne, come il gruppo massiccio delle Panie offrono un panorama pazzesco. La cima che si impone, e che si colloca quasi al centro di questa catena montuosa, è senza alcun dubbio la Pania della Croce: la regina delle Apuane.

Con i suoi 1859 metri di altezza, gode di un panorama a 360° gradi che permette di osservare gran parte della piana di Lucca, la Garfagnana. la Mediavalle e soprattutto la costa tirrenica. Nelle giornate terse si può addirittura scorgere il Monviso, la Corsica e l’Isola d’Elba (con un buon binocolo si può scorgere addirittura il campanile di Giotto a Firenze!).

Le Panie
Il gruppo delle Panie è stata una di quelle zone Apuane dove ho sostato maggiormente, in particolare sopra Molazzana una frazione di Gallicano (LU).
Imboccato il sentiero che parte da Piglionico si entra in una stupenda faggeta, costeggiando il fianco della Pania Secca, fino a pervenire ai pendii prativi sottostanti l’Uomo Morto; tratto di montagna posto fra le due Panie che ricorda il volto di una persona coricata e la cui massima altitudine è il “Naso” (1677 m.), detto anche “Puntone di Mezzo al Prato”.

La leggenda dell’Uomo Morto del Monte Pania
Inoltre, la Pania della Croce fa parte anche del folklore locale che trova le sue maggior ispirazioni proprio dall’Omo Morto: data la sua forma antropomorfa questo “puntone” è il tratto distintivo del Gruppo delle Panie. Si racconta che tanti anni fa, la Pania della Croce non era unita alla Pania Secca e tra le due vette vi erano vasti prati dove i pastori conducevano ogni estate i loro greggi a pascolare. Ogni giorno una pastorella vi si recava guardando l’orizzonte, aspettando l’amato partito in mare e mai più tornato.
Un giovane pastore confidò alla pastorella il suo sincero e profondo amore e cercò di capire la ragione della sua tristezza. La pastorella raccontò la storia del suo sfortunato amore partito in mare e di come non potesse ricambiare gli affettuosi gesti e le gentili parole. Allora il giovane pastore decise di salire sulla vetta della Pania della Croce rivolgendosi a Dio, chiedendo di far dimenticare alla fanciulla il suo amore. Gli fu rivelato che l’unico modo sarebbe stato quello di impedire alla pastorella la vista del mare che gli ricordava ad ogni sguardo il suo perduto amore. Questo avrebbe richiesto però un enorme sacrifico: il giovane si lasciò così guidare dalle mani di Dio stendendosi a terra e lasciare che il suo volto venisse trasformato in quello di un gigante di pietra che avrebbe così unito le due Panie, nascondendo la vista del mare. Il giovane pastore per amore della fanciulla accettò e, da quel giorno, il suo volto fu impresso tra le montagne e venne ricordato da tutti come “l’uomo morto” (per i Garfagnini “L’Omo Morto“).
Spirit of Mountain
Delle Apuane non si scoprirà mai tutto, solo particolari o dettagli. Perché chi davvero ama la montagna apprezza la sua storia e allo stesso tempo le sue storie. Alla fine è quello che ho fatto io con “Spirit of Mountain“, ho voluto raccontare una storia: il mio viaggio alla scoperta delle Alpi Apuane.