Riaprono le sale giapponesi del Museo Stibbert
La collezione giapponese di Frederick Stibbert nacque nel 1870 e fu una delle prime collezioni di questo tipo al di fuori del Giappone, la prima in assoluto in Italia.
Le sale giapponesi del Museo Stibbert furono realizzate tra il 1889 e 1890. Nei primi decenni del Novecento l’allestimento fu rivisitato, ma da allora non sono più stati eseguiti ulteriori interventi di restauro.
La collezione giapponese è infatti rimasta per molto tempo chiusa al pubblico, risultando visitabile sono in determinate circostanze.
Un vero peccato dato che queste sale custodiscono un vero e proprio tesoro fatto di armi, armature ed oggetti vari provenienti dal Paese del Sol Levante.
Un nuovo restauro, finanziato da vari sponsor tra cui l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, ha permesso di rendere nuovamente fruibile questa straordinaria sezione del museo. Mercoledì 12 aprile 2017 ci sarà l’inaugurazione della nuova apertura e da venerdì 14 aprile le sale saranno finalmente riaperte al pubblico.
Oltre al restauro, che ha riguardato sia i manufatti che le vetrine e gli sfondi scenografici, è stato predisposto un nuovo allestimento di tutta la sezione del museo.
“Robot Fever. Il Samurai nell’era dei Chogokin” porta i robot al Museo Stibbert
In occasione della riapertura delle sale giapponesi, verrà inaugurata la mostra Robot Fever. Il Samurai nell’era dei Chogokin. La mostra si terrà dal 14 aprile al 10 settembre 2017. Una vera e propria invasione di robot al Museo Stibbert, che vedrà il confronto tra i protagonisti dei cartoni animati e le armature della collezione.
I “robottoni” giapponesi che abbiamo ammirato in tv a partire dagli anni ’70, in un certo senso sono gli eredi delle armature esposte nel museo. Infatti, i disegnatori di questi eroi di acciaio si sono ampiamente ispirati ai samurai, alle loro armi e alle loro armature.
La mostra propone il parallelismo tra gli antichi samurai e i robot attraverso i chogokin, una linea di giocattoli che riproduce i vari robot come Mazinga Z, Goldrake e Daitarn 3.