Piazza del Campo
Piazza del Campo è la piazza principale di Siena, il luogo più rappresentativo della città, una vera e propria icona. È qui che ogni anno, il 2 di luglio ed il 16 di agosto, le contrade si sfidano per la conquista dell’ambito Palio di Siena. Vorrei dire che questa è una delle piazze più belle di tutta la Toscana, ma sarebbe riduttivo dato che stiamo parlando di una delle piazze più belle e famose di tutto il mondo. È una piazza davvero unica a partire dalla sua particolarissima forma a conchiglia divisa in 9 spicchi, uno per ognuno dei membri del Governo dei Nove che guidò Siena tra il 1287 ed il 1355. La forma a conchiglia però non è l’unica peculiarità della piazza che seguendo l’andamento naturale del terreno risulta in discesa con il Palazzo Pubblico nel punto più in basso. In origine la piazza non aveva la caratteristica pavimentazione attuale, mattoni intervallati da file di travertino al centro e lastre di pietra all’esterno, ma era ricoperta d’erba e questo è il motivo per cui la piazza si chiama il “Campo”.
Unico luogo in tutta la città a non far parte di alcuna contrada, la piazza nacque con lo scopo di ospitare i mercati ed acquisì le forme attuali tra il XIII ed il XIV secolo. Nel tempo però il Campo diventò il luogo eletto per le adunanze cittadine, e con l’avvento del Governo dei Nove fu deciso di costruire qui la nuova sede del governo della città, il Palazzo Pubblico. Con la celebre Torre del Mangia, il Palazzo Pubblico è sicuramente l’edificio principale della piazza ma non è certo l’unico che merita attenzione. Ogni palazzo così come ogni singolo elemento presente in Piazza del Campo è degno di nota e contribuisce a creare una cornice unica.
Cosa vedere in Piazza del Campo
Palazzo Pubblico
Il Palazzo Pubblico di Siena è sicuramente il più importante tra gli edifici che si possono ammirare in Piazza del Campo. Universalmente riconosciuto come uno dei massimo capolavori di architettura gotica civile, il palazzo fu costruito tra il 1297 ed il 1310, al tempo del Governo dei Nove.
Osservando la facciata del palazzo si possono facilmente individuare i vari periodi di costruzione. Nella parte in basso sia ha infatti una muratura in pietra mentre nella parte superiore la muratura è in mattoni; anche per quanto riguarda le aperture si può apprezzare una variazione dato che al piano terra si trova una serie di archi senesi mentre al primo ed al secondo piano sono state impiegate due serie di trifore. La parte sommitale è invece caratterizzata da merli guelfi e da un grande disco in marmo con il monogramma di Cristo.
Museo Civico
All’interno, il Palazzo Pubblico è organizzato intorno ad un cortile centrale dove si trovano la biglietteria e l’ingresso al museo. Il Museo Civico si trova al primo piano del palazzo e custodisce alcuni dei più grandi capolavori dell’arte senese. Il percorso museale prevede la visita di alcune delle sale più belle del palazzo dove si possono ammirare una serie di affreschi di straordinario valore. La Sala dei Priori o Sala della Balìa è la prima tra queste ed è decorata con Sedici Virtù, opera di Martino di Bartolomeo, ed un ciclo sulla Vita di papa Alessandro III realizzato da Spinello Aretino e Parri Spinelli. Si prosegue con la Sala dei Cardinali, dove si trova un affresco attribuito ad Ambrogio Lorenzetti, per raggiungere, attraverso un pregevole portale in marmo, la Sala del Concistorio con gli affreschi dedicati alle Virtù pubbliche e alla loro pratica nell’antichità del Beccafumi. La visita prosegue attraverso il Vestibolo e l’Anticappella affrescata da Taddeo di Bartolo che ha dipinto anche la Cappella con scene della Vita della Vergine, Santi, Evangelisti, Profeti e Virtù.
A questo punto, abbiamo già visto molto però il meglio deve ancora venire dato che le sale successive sono la Sala del Mappamondo e la Sala dei Nove. Chiamata anche Sala del Consiglio, la Sala del Mappamondo deve il suo nome ad un mappamondo girevole che purtroppo è andato perduto. Sulle sue pareti si possono ammirare due grandi affreschi di Simone Martini, la Maestà e Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi (in questo caso l’attribuzione è più incerta), la Vittoria dei senesi nella battaglia di Val di Chiana di Lippo di Vanni e la Vittoria dei senesi sui fiorentini al Poggio Imperiale di Poggibonsi di Giovanni di Cristofano e Francesco d’Andrea.
La Sala dei Nove, o Sala della Pace, è famosa grazie alla maestosa opera Ambrogio Lorenzetti, Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo. Il ciclo è composto da due allegorie, quella del Buon Governo e quella del Cattivo Governo a cui seguono le rappresentazioni degli effetti di questi due governi sia sulla città che sulla campagna.
Torre del Mangia
Costruita tra il 1338 ed il 1348, la Torre del Mangia svetta sulla piazza e sulla città con i suoi 88 metri di altezza (102 se contiamo anche il parafulmine). Il panorama che si può ammirare dalla cima della torre non ha prezzo, però richiede un grande sforzo perché ci sono più di 400 gradini da salire! Così come il palazzo, anche la torre è fatta in mattoni e pietra però in questo caso la pietra si trova solo nella parte superiore all’altezza del coronamento e della cella campanaria. La torre ha anche un bellissimo orologio che fu installato nel 1360 e che ancora oggi scandisce il passare del tempo anche se il meccanismo originale è stato nel tempo sostituito.
Il curioso nome “Mangia” deriva dal soprannome di Giovanni di Balduccio che era stato incaricato di battere le ore; pare che il buon Giovanni fosse un grande spendaccione e per questo motivo era stato rinominato “Mangia” o “Mangiaguadagni”.
Per tutte le informazioni sui biglietti e gli orari di visita del Museo Civico e della Torre del Mangia vi rimando al sito ufficiale.
Cappella di Piazza
Ai piedi della Torre del Mangia si trova la Cappella di Piazza, un pregevole tabernacolo marmoreo realizzato nel 1352 per ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo della peste nera che si era abbattuta sulla città nel 1348. Le sculture che si trovano sui pilastri sono di Mariano d’Angelo Romanelli e Bartolomeo di Tommé mentre sopra l’altare si trovava un affresco del Sodoma, Madonna con il Figlio e Dio Padre, i cui resti sono oggi conservati nel Museo Civico.
Fonte Gaia
Dalla parte opposta della piazza troviamo invece la splendida Fonte Gaia, una grande vasca rettangolare ricca di sculture e decorazioni. Inaugurata nel 1346, la fontana richiese una notevole opera di ingegneria che permise di alimentarla con l’acqua delle cisterne sotterranee (i “bottini”). Secondo la tradizione, il nome “Gaia” deriva dalla felicità dei senesi che videro per la prima volta l’acqua che sgorgava dalla fontana. Le sculture della fonte furono realizzate tra il 1409 ed il 1419 da Jacopo della Quercia che scolpì due statue (Rea Silvia e Acca Larenzia) ed alcuni bassorilievi (Creazione di Adamo a sinistra, Madonna col Bambino, Virtù e Angeli al centro e la Cacciata dei progenitori a destra); quelle attuali sono delle copie ottocentesche, mentre gli originali, purtroppo molto danneggiati, si trovano nel Museo di Santa Maria della Scala.