Cosa vedere nel Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane
Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere si sviluppa su territorio comunale di sette comuni situati nella provincia di Grosseto. Ciascuno dei sette comuni ha istituito una “Porta del Parco” che include un centro di accoglienza e informazioni, un centro di documentazione e organizza visite guidate, laboratori didattici, mostre, eventi vari, corsi di formazione professionale e stage per far conoscere la storia e la cultura mineraria della regione. Lo scopo principale del parco è quello di preservare e valorizzare il patrimonio ambientale, storico-culturale e tecnologico-scientifico delle Colline Metallifere, un’area che ha visto l’estrazione di importanti metalli per oltre 3000 anni.
Monterotondo Marittimo: Geomuseo delle Biancane
Il MUBIA, ovvero il Geomuseo delle Biancane, si trova a Monterotondo Marittimo, in una zona caratterizzata dalle emissioni gassose dei soffioni boraciferi che fuoriescono dal sottosuolo. Le manifestazioni geotermiche creano un paesaggio quasi lunare, conferendo alle piante, alle rocce e ai terreni circostanti una componente cromatica particolarissima. Le applicazioni industriali hanno sfruttato i soffioni per il riscaldamento delle abitazioni e per la produzione di energia elettrica. Il museo MUBIA offre un viaggio multimediale sulla geotermia tramite proiezioni su grandi schermi. Qui potrete conoscere la storia di questa attività, dalla scoperta dell’acido borico, alla produzione di energia elettrica. Oltre al museo, ci sono vari sentieri che conducono i visitatori fino ai siti in cui si verificano tutti i vari tipi di manifestazioni geotermiche, come soffioni, fuoriuscite di vapore dal terreno, putizze e fumarole.
Gavorrano: Museo Minerario in Galleria e Miniera Ravi Marchi
Nel comune di Gavorrano troviamo un altro centro di accoglienza per i visitatori del parco e ben due aree di visita: il Museo Minerario in Galleria e la Miniera Ravi Marchi.
Il Museo Minerario in Galleria si trova nei pressi del Pozzo Impero, uno dei pozzi di estrazione dell’ex miniera di pirite di Gavorrano. Allestito all’interno di una galleria, il percorso museale è arricchito da una serie di installazioni multimediali che contribuiscono a creare un’esperienza immersiva nella quale il visitatore può provare ad immaginare come dovevano essere le condizioni di lavoro dei minatori.
Altrettanto interessante è l’area della Miniera Ravi Marchi che a sua volta ha operato nell’estrazione della pirite. Chiusa nel 1965, la miniera è stata successivamente restaurata ed aperta al pubblico. Qui sono ancora visibili pozzi, laverie e i castelli minerari, Vignaccio I e Vignaccio II. Qui si possono approfondire le fasi di lavorazione successive all’estrazione della pirite.
Follonica: MAGMA Museo delle Arti in Ghisa nella Maremma
Follonica è uno dei comuni che fanno parte del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane e nel suo territorio comunale si trova il Museo delle arti in Ghisa nella Maremma, anche chiamato MAGMA. Il museo racconta la storia della città legata all’arte fusoria del ferro fin dal periodo etrusco. La raccolta degli oggetti esposti si trova nelle sale del Forno di San Ferdinando, che faceva parte della cosiddetta “città-fabbrica”, il nucleo produttivo intorno a cui si è formata l’attuale Follonica. Il percorso offre una visita per tematiche passando dall’arte alla storia fino alla produzione con le relative tecniche.
Roccastrada: Centro minerario di Ribolla
Le miniere di Ribolla si trovano nel territorio comunale di Roccastrada. L’attività estrattiva di Ribolla risale agli anni ’30 dell’Ottocento quando per la prima volta furono avvistati degli affioramenti di carbone, lungo il fosso Raspollino. Nel corso del XIX secolo si venne così a formare un villaggio minerario che con il tempo arrivò ad avere quasi 700 residenti, mentre il numero degli operai impiegati nella miniera arrivò a superare le 3700 unità. Nel corso del ‘900 purtroppo le condizioni di lavoro andarono peggiorando sempre di più fino al tragico incidente del 1954 che costò la vita a 43 minatori. Pochi anni dopo, nel 1959, la miniera fu definitivamente chiusa.
Il percorso turistico inizia dal centro produttivo di Ribolla, dove le attività estrattive si intensificarono durante la prima guerra mondiale e la politica economica autarchica del fascismo. La miniera di lignite di Ribolla è visitabile per gran parte del complesso originale, compresi gli alloggiamenti e i camerotti, il locale per gli spettacoli, la lampisteria (deposito delle lampade utilizzate dai minatori) e i pozzi.
Massa Marittima: Museo della Miniera
Il Museo della Miniera di Massa Marittima si trova all’interno di un’antica miniera che ha ospitato tre gallerie utilizzate come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Il percorso del museo si snoda per circa 700 metri, tra vari tunnel, lungo i quali è possibile ammirare le opere ingegneristiche ed architettoniche che hanno permesso di sorreggere le volte. Percorrendo le gallerie del Museo della Miniera si potranno vedere numerosi macchinari, strumenti di lavoro e vagoni utilizzati per il trasporto dei minerali. Tutti questi reperti sono accompagnati da un’ampia documentazione dedicata alle varie tecniche di estrazione del minerale. All’interno si trovano anche le ricostruzioni di vari ambienti della miniera, che sono state realizzate da minatori che hanno riprodotto in modo realistico gli spazi e le attività della miniera. L’accesso al percorso del Museo della Miniera è consentito solo con l’accompagnamento di una guida, attraverso visite guidate che avvengono ad orari prestabiliti.
Montieri: Riserva delle Cornate di Gerfalco e Fosini
Il territorio di Montieri è ricco di giacimenti di minerali e vi sono numerose miniere che ancora conservano gli impianti minerari e le gallerie di estrazione. Molti di questi luoghi sono raggiungibili percorrendo i numerosi sentieri del CAI che si snodano in tutta la zona. In particolare, nel territorio comunale di Montieri troviamo le cave e le miniere di Poggio Mutti (dove è situato anche il centro visite), le cave di calcare rosso ammonitico e le Trincee delle Cornate di Gerfalco. Non solo minerali, Montieri è anche parte del Bacino Geotermico più importante d’Europa; non deve stupire infatti se da queste parti si può produrre moltissima energia elettrica, in grado di soddisfare fino ad un terzo del fabbisogno totale dell’intera Toscana.
Scarlino: Museo archeologico di Portus Scabris e centro di documentazione
Concludiamo il tour con il grazioso borgo di Scarlino. Qui non troviamo miniere ma ci sono un interessante museo archeologico ed un centro di documentazione dedicato alla Rocca di Scarlino. Il Museo archeologico di Portus Scabris (MAPS) di Scarlino è nato per divulgare le scoperte subacquee realizzate agli inizi degli anni 2000 nei pressi del porto turistico del centro. I ritrovamenti sono stati così tanti ed importanti che è stato possibile individuare proprio in questo punto il “Portus Scabris” che spesso viene citato nei testi antichi. Il centro di documentazione è invece nato per illustrare le varie fasi storiche della Rocca Pisana di Scarlino e del territorio circostante. Una storia molto lunga se si considera che affonda le radici nell’età del Bronzo.