Il Padule di Fucecchio: un tesoro storico-ambientale
Il Padule di Fucecchio, un gioiello naturalistico, si estende su un vasto territorio di 1.800 ettari, abbracciando le province di Pistoia e Firenze. Situato tra le pittoresche regioni della Valdinievole e del Montalbano, questo splendido ecosistema rappresenta la più ampia area paludosa interna d’Italia.
Questo meraviglioso habitat, un vero paradiso per gli appassionati di birdwatching, è l’habitat per una straordinaria diversità di piante, che spaziano dalla felce reale alla grande carice, dalla otricolaria, una piccola pianta carnivora, al morso di rana. Ma non è tutto, il Padule ospita anche una straordinaria varietà di uccelli, con ben 200 specie, tra cui spiccano la maestosa gru, l’elusiva cicogna nera e gli eleganti aironi.
Sebbene oggi il Padule sia significativamente ridotto rispetto alla vasta estensione del lago-padule che un tempo dominava la Valdinievole meridionale, questo luogo magico mantiene intatto il suo straordinario valore naturalistico. Circa 230 ettari di questo prezioso territorio sono protetti attraverso Riserve Naturali, istituite dalle Amministrazioni Provinciali di Pistoia e Firenze, mentre il resto del bacino fa parte delle Aree Contigue relative.
Il Padule di Fucecchio svolge un ruolo cruciale nelle rotte migratorie che collegano la costa tirrenica all’entroterra. In particolare, durante il periodo riproduttivo, gli aironi creano una delle colonie di nidificazione più significative dell’Italia centro-meridionale. Qui si fermano ben sette diverse specie di questi maestosi uccelli: la Nitticora, la Garzetta, lo Sgarza ciuffetto, l’Airone guardabuoi, l’Airone rosso, l’Airone cenerino e l’Airone bianco maggiore. Questo fenomeno fa del Padule un luogo di straordinaria importanza per la conservazione e l’osservazione delle specie aviarie, aggiungendo un ulteriore livello di meraviglia alla sua già ricca diversità naturalistica.
Come si è formato il Padule di Fucecchio
La sua formazione è il risultato di un lento sollevamento del letto dell’Arno, causato dal deposito di sedimenti alluvionali. Questo accumulo ostacolò il deflusso naturale delle acque provenienti dalla Valdinievole, dando vita a questa affascinante palude. La regione circostante alimenta l’area con vari corsi d’acqua, tra cui il Pescia di Pescia, il Pescia di Collodi, la Pescia Nuova e i torrenti Borra, Nievole, Vincio e altri minori.
Dal punto di vista geologico, la sua formazione risale a 6 milioni di anni fa, nel periodo pliocenico, quando la Valdinievole emerse dal mare e fu gradualmente riempita dai sedimenti trasportati dai numerosi corsi d’acqua. Nel corso dei secoli, questi sedimenti, trovando ostacoli al loro deflusso naturale, contribuirono all’insorgere di questa palude.
Storia del Padule
Durante il periodo medievale, furono intraprese le prime opere per drenare il Padule di Fucecchio. Nel 1279, si emise un decreto che ordinava la demolizione dei mulini, delle pescaie e di qualsiasi altro ostacolo lungo il corso d’acqua dell’Usciana. Tuttavia, con il cambiare dei governi, anche l’atteggiamento verso questa terra mutò in varie occasioni. Durante il dominio di Firenze, il Padule divenne un vero e proprio lago a causa delle barriere erette a Ponte a Cappiano. Questa decisione ebbe profonde conseguenze sul paesaggio locale e suscitò le proteste dei proprietari terrieri della zona. Nel corso dei secoli, la politica contraddittoria dei Medici alternò gli interventi a Ponte a Cappiano con modesti sforzi di bonifica, che favorirono la creazione di sette fattorie.
Dopo molte vicissitudini, tra cui epidemie malariche che colpirono duramente la popolazione, nel XVIII secolo il granduca Pietro Leopoldo intraprese iniziative significative per il risanamento idraulico e sanitario dell’area. Queste azioni includevano la demolizione delle pescaie con la conseguente rinuncia ai profitti derivanti dalla pesca, da mulini e dai diritti di terra intorno al Padule. Il granduca voleva promuovere l’agricoltura e il commercio della zona e coinvolse direttamente i proprietari terrieri nella progettazione di opere di bonifica attraverso la creazione di una Deputazione nel 1781. Tuttavia, a causa del basso contributo finanziario, la Deputazione fu sciolta due anni dopo. Nel 1786, fu costituito un nuovo “consorzio idrico”, consentendo agli interessati di gestire autonomamente le operazioni di bonifica, sotto la supervisione delle autorità pubbliche. Nel 1803 fu istituito il “Consorzio coattivo dei proprietari dei terreni del Padule di Fucecchio” per la manutenzione dei corsi d’acqua, consentendo la navigazione e l’agricoltura.
Dopo l’Unità d’Italia, l’attenzione per il Padule continuò, incluso il suo inserimento nei programmi di bonifica statali nel 1928. Questo condusse alla creazione del “Consorzio di Bonifica” nel 1931.
Cosa vedere: flora, fauna e presenze storiche
Flora e fauna del Padule di Fucecchio: un’incredibile 0asi naturale
Sebbene notevolmente ridotto rispetto al suo antico stato, il Padule di Fucecchio rimane una preziosa zona umida di eccezionale interesse naturalistico. Con una superficie di 2081 ettari che si estendono tra le province di Firenze e Pistoia, esso costituisce la più grande palude interna d’Italia. Il suo nucleo centrale, conosciuto come il “Cratere,” subisce variazioni stagionali significative, essendo quasi completamente asciutto in estate e riempito d’acqua in inverno. Questo bacino, con una profondità massima di circa 3 metri, raccoglie le acque dei fiumi e torrenti provenienti da un vasto bacino imbrifero. Queste acque confluiscono poi nei canali principali, noti come il Canale del Capannone e il Canale del Terzo, che si uniscono nel Canale Maestro, che cambia nome in Usciana a Ponte a Cappiano.
Il Padule, come menzionato in precedenza, ospita una ricca varietà di flora e fauna. Si possono trovare mammiferi, pesci, molluschi, artropodi, batteri, protozoi, alghe, funghi e microrganismi di vario tipo. Questo ecosistema attrae piante boreali, alpine, altomontane ed anche euro-siberiane, che si sono adattate e sopravvissute qui dopo essere giunte dall’Europa settentrionale durante le ere glaciali. Il microclima unico creatosi nel Padule ha reso possibile la coesistenza di specie botaniche provenienti da climi caldi o oceanici con quelle di origine nordica e glaciale. Tra le diverse tipologie di vegetazione palustre, si annoverano i cariceti con i loro caratteristici ciuffi di “sarello,” i canneti, i lamineti, i prati umidi, i boschi umidi e la felce florida.
Dal punto di vista faunistico, gli aironi rivestono un ruolo di particolare rilievo, con la più grande colonia del centro-sud Italia durante il periodo riproduttivo. Questa colonia ospita specie come la sgarza ciuffetto, la garzetta, la nitticora, l’airone cenerino, l’airone rosso, l’airone guardabuoi, l’airone bianco maggiore, e altre, tra cui l’ibis mignattino e l’ibis sacro, recentemente avvistati. Le zone fangose offrono habitat a uccelli limicoli come beccaccini, pavoncelle, chiurli, pittime, mentre i canneti sono il regno dei rallidi, tra cui la folaga, la gallinella d’acqua, il porciglione, oltre a tarabusi e numerosi passeriformi come l’usignolo di Fiume, il pettazzurro, i migliarini, il pendolino, i forapaglie, il diamantino, solo per citarne alcuni. Negli specchi d’acqua dominano le anatre, tra cui i germani reali, alzavole, codoni, fischioni, mestoloni, moriglioni, marzaiole, volpoche, morette tabaccate e molte altre. Nel corso degli anni, i fenicotteri rosa sono stati avvistati durante il loro spettacolare rituale di corteggiamento, mentre le cicogne bianche sono tornate dopo secoli di assenza in Toscana. La zona è anche un rifugio per numerosi rapaci, tra cui il falco di palude, il gheppio, il nibbio, il falco pescatore e il falco lodolaio. Non va trascurata la presenza di oltre mille specie di coleotteri nell’area paludosa. La fauna di mammiferi è altrettanto affascinante, con volpi, tassi, puzzole, istrici ed altri che popolano la zona. Un menzione speciale va alle caratteristiche rane.
Presenze storiche: un legame profondo con il passato
Le testimonianze dell’interazione umana con il Padule e la sua rilevanza economica nel passato persistono ancora oggi in modo significativo. Canali, porti e strutture di archeologia industriale ne testimoniano la storia.
Nel territorio comunale si trovano tre imponenti edifici che rappresentano esempi unici di archeologia industriale e che in passato servivano per essiccare il tabacco coltivato in abbondanza nella zona.
In particolare, il Capannone, un antico porto fluviale, è notevole per la sua struttura multifunzionale che comprende la conservazione del grano, la vinificazione, la costruzione e la manutenzione delle barche, oltre a funzioni residenziali per il personale di sorveglianza.
Queste strutture, ancora oggi, conservano chiaramente le tracce delle loro funzioni originarie. Il restauro delle edificazioni potrebbe non solo contribuire al recupero di un importante patrimonio storico, ma anche alla comprensione della storia di questo territorio.
Inoltre, i caratteristici “casotti” che punteggiano il paesaggio erano essenziali per le attività legate allo sfruttamento delle risorse palustri, come la pesca, la caccia e la raccolta di canne ed erbe.
Tutte queste testimonianze storiche sono facilmente accessibili attraverso vari itinerari, che possono essere percorsi per la maggior parte dell’anno, ad eccezione dei periodi di forti piogge che potrebbero allagare i sentieri.
Il Padule è anche un luogo di memoria, con numerose lapidi che ricordano le vittime di un tragico evento: l’eccidio compiuto dai soldati tedeschi in ritirata il 23 agosto 1944, come testimoniano le epigrafi presenti nel canale del Capannone e all’essiccatoio del tabacco a “Pratogrande”.
Istituzione delle Riserva Naturale
A partire dal 1982, la Regione Toscana ha promosso la creazione di aree protette, parchi e riserve naturali in Toscana. I comuni coinvolti, insieme alla provincia, hanno collaborato per promuovere l’istituzione di queste aree protette, con l’obiettivo di far diventare il Padule di Fucecchio un polo naturalistico primario e un elemento di riorganizzazione dell’intera Valdinievole. Nel 1995, la Regione ha emesso norme per l’istituzione e la gestione di riserve naturali provinciali, conducendo all’istituzione della Riserva Naturale “Padule di Fucecchio” nel 1996, con l’adozione di un regolamento nel 1997. Questa riserva mira a tutelare e valorizzare l’ambiente naturale, promuovere la fauna selvatica, migliorare la produzione agricola e promuovere il turismo sostenibile. Inoltre, si concentra su programmi di studio e ricerca scientifica per comprendere ed equilibrare gli ecosistemi e i paesaggi naturali, migliorando il rapporto tra l’uomo e la natura.
Visite guidate
Coloro che desiderano esplorare questa preziosa area protetta possono dirigere i loro passi verso il Centro Visite della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, situato a Castelmartini, nel comune di Larciano. Questo centro accogliente è una vera e propria oasi di conoscenza, dove è possibile ammirare esposizioni permanenti e temporanee che celebrano la bellezza della zona umida. Inoltre, il Centro Visite organizza appassionanti escursioni guidate di natura naturalistica e storico-ambientale, offrendo anche coinvolgenti laboratori didattici adatti sia a gruppi scolastici che ad adulti desiderosi di approfondire la loro comprensione di questo straordinario ecosistema.