Opificio delle Pietre Dure a Firenze
Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure è inserito nel contesto di un Istituto che opera, alle dipendenze del Ministero per i Beni Culturali, nel settore del restauro e della conservazione delle opere d’arte. L’Opificio, con la sua peculiarità della lavorazione delle pietre dure, risale al 1588, anno in cui fu fondato per volontà del Granduca Ferdinando I de’ Medici.
L’attività dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze continua ancora oggi con la speciale mansione di restaurare e conservare i beni architettonici, artistici ed archeologici nazionali. I laboratori e la scuola di restauro dell’Opificio sono punto di riferimento per i restauratori che qui arrivano da tutte le parti del mondo. È infatti un centro di grande specializzazione nel settore del restauro che riesce a coniugare in modo sapiente la tradizione e le nuove tecnologie. Inoltre è sede di una Scuola di Alta Formazione e di Studio che, avviata nel 1978, raccoglie numerosi studenti italiani e stranieri.
Il museo dell’Opificio delle Pietre Dure
Il museo non nasce da un intento specifico di voler collezionare opere di valore, ma è piuttosto una raccolta di esemplari rimasti nei laboratori dell’Opificio. Infatti le creazioni più rilevanti e famose sono state oggetto di dono da parte della Casa Medicea alle varie corti italiane ed europee. Per questo motivo i lavori di maggior pregio sono conservati nei musei di tutta Europa.
La raccolta che si trova a Firenze è quindi riferita a quanto rimasto nei laboratori di produzione come le opere rimaste incompiute, gli smontaggi a posteriori e gli oggetti salvati alle dispersioni ottocentesche. È a partire dal 1882 che inizia l’attività museale di collezione degli esemplari più importanti. Qui sono presentati oggetti di grande suggestione, classe e finezza che delineano un percorso storico che va dal 1500 al 1800.
Le opere che si possono ammirare all’interno del museo sono pezzi in pietre dure, preziose e semipreziose, e in marmi policromi, dipinti su pietra, dipinti a olio, scagliole, antichi campionari di pietre e strumenti per la lavorazione dei materiali. Tra i lavori esposti vi sono esempi di manifatture in pietre dure come placche, cabinet, piani di tavolini e diverse targhette intarsiate. Le decorazioni ricorrenti si rifanno a fiori, animali e frutti ed anche a scene pittoriche di Firenze come la veduta di Piazza della Signoria.
La realizzazione di queste opere è stata possibile, adottando una tecnica particolare chiamata “commesso fiorentino”. Si tratta di un’arte di grande fascino che si esegue con frammenti di lastre di pietra colorata, di cui viene utilizzata anche ogni venatura e striatura ottenendo dei cromatismi di grande effetto. Alcuni spazi dell’esposizione sono dedicati a pietre particolari. Tra queste vi è la pietra “paesina” che viene estratta nei dintorni di Firenze. Si tratta di una roccia unica che ha una caratteristica peculiare molto interessante. Se tagliata abilmente, nel modo giusto, questa pietra mostra diversi colori, ognuno legato ad uno strato diverso, dando l’illusione di trovarsi davanti ad un paesaggio dipinto.
Tra le opere di grande attrazione meritano attenzione, accanto a gli originali in tela, le copie di quadri realizzati ad intarsio che fanno risaltare una speciale magnificenza e lucentezza. Le rappresentazioni più ricorrenti sono composizioni di fiori e frutta, vedute architettoniche, temi naturalistici, ritratti, paesaggi e storie bibliche. Da vedere anche un caminetto barocco ricoperto con malachite che risplende nel suo verde sfavillante.
Sono pure esposti gli antichi strumenti usati per l’intarsio come banchi di lavoro, scalpelli, sgorbie, seghetti, pialletti ed altri utensili. Anche vasi e suppellettili decorate fanno bella mostra di sé, da ammirare sono alcuni piani di tavolo come quello di Zocchi del 1849 con arpa e ghirlande e quello di Niccolò Betti del 1855 con fiori ed uccelli. Il Museo, seguendo uno schema cronologico e didattico, è stato trasformato nel 1995, su progetto di Adolfo Natalini, in un moderno spazio espositivo.
L’intervento ha riqualificato il grande salone e le attigue salette ottocentesche, riportando tutto il museo al piano terra lasciando le stanze poste al piano superiore adibite ad uffici. La struttura si presenta nella sua accattivante originalità con tre massicci pilastri rivestiti di pietra serena che consentono un doppio volume realizzando quattro spazi a pianta quadrata.
Il riordino della raccolta permette di seguire un percorso tematico con la visione delle produzioni del periodo del Granducato di Toscana con le famiglie Medici e Lorena nel salone, mentre nelle salette ottocentesche troviamo esposizioni che risalgono al periodo postunitario. Al piano rialzato del salone sono in mostra gli oggetti di lavoro e l’esemplificazione delle fasi di produzione di intagli e tarsie. Questo permette, dal punto di vista didattico, di scoprire le antiche tecniche di lavorazione e rimanere affascinati dall’ingegno dei grandi maestri artigiani fiorentini.
L’esposizione è particolarmente curata e gli oggetti, grazie alla sapiente collocazione in vetrinette con legno di ciliegio e pero, si presentano nel loro splendore, accentuato anche dalla luce interna alle vetrine alimentata da fibre ottiche. Inoltre tutto l’ambiente, ben illuminato, emana una luce diffusa in modo uniforme e coinvolgente.
Mostre ed eventi presso il Museo dell’Opificio
Il museo ospita anche importanti mostre che presentano reperti di grande interesse restaurati presso i laboratori dell’Opificio. Ne cito alcune come esempio. Nel 2009 ce n’è stata una dedicata ad uno straordinario arazzo con Crocifissione con scene della Passione proveniente dalla Pinacoteca civica di Forlì, intitolata “La crocifissione della Pinacoteca civica di Forlì: una fiaba sacra“. Nel 2015 è stata la volta della mostra “Pittura e pietra. Il restauro di tre paesine dipinte della collezione dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici“. In occasione delle “Notti dell’Archeologia” del 2020, il museo dell’Opificio ha proposto i suoi “Itinerari nascosti. Il collezionismo granducale e la passione per le ceramiche antiche“.
Informazioni su orari e biglietti del Museo Opificio delle Pietre Dure
Il museo si trova in Via degli Alfani, 78 a Firenze. Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.15 alle ore 14.00 e resta chiuso la domenica, i giorni festivi e il 24 giugno, in occasione della festa del Patrono di Firenze. Il biglietto intero costa 4 euro, il ridotto 2. Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti sugli orari e i biglietti, vi rimando al sito ufficiale.