Siena


Alla scoperta delle Contrade di Siena

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Un viaggio dentro le mura di Siena: le Contrade

Sembra ancora lontano, ma in città si respira aria di Palio da diverse settimane; ed in effetti, il prossimo 26 maggio sarà già tempo di estrazione per conoscere quali rioni si affiancheranno alle contrade che di sicuro correranno la prossima carriera di Provenzano: Onda, Selva, Bruco, Torre, Civetta, Aquila e Pantera (in ordine di estrazione). Considerando che Tartuca, Nicchio e Valdimontone dovranno scontare rispettivamente due, uno e un palio di squalifica dobbiamo capire a chi la sorte arriderà davvero in questo 2019.

Inoltre la Tartuca deve ancora celebrare la Cena della Vittoria il prossimo 19 maggio, per cui il rione è rimasto addobbato con bandiere e braccialetti per tutto l’inverno: è mai passata davvero l’aria di Palio in città?

E’ facile, quando si pensa alle contrade, associare loro immediatamente il Palio: i senesi invece sanno bene che la contrada vive 365 giorni l’anno, e che la preparazione di una carriera (così si chiama in “gergo” la corsa del Palio) è solo il più visibile e di sicuro importante fra una lunga serie di appuntamenti che segnano la vita in contrada.

Storia antica, passione mai spenta

Le contrade sono divisioni rionali della città, che era già precedentemente suddivisa in Terzi: terzo di Città, il più antico, Terzo di San Martino a sud e Terzo di Camollia a nord. Questi tre rioni si affrontavano già dal XIII secolo, e forse prima, in vari tipi di giochi e tornei che servivano anche a esercitare l’arte guerresca nei cittadini – maschi – che dai 16 ai 70 anni erano tenuti a presidiare e difendere la città (diciamo a formare un esercito permanente): elmora (battaglie simulate combattute con ogni tipo di armi “di fortuna”, ma comunque spesso mortali), pallonate (una specie di calcio ante litteram, al giorno d’oggi si può riallacciare in parte al Calcio Storico Fiorentino), pugna (vere e proprie scazzottate, molto pericolose e più volte bandite). Chiaramente queste occasioni erano malviste dalle autorità che temevano, a ragion veduta, lo scoppio di tumulti e rivolte.  Nel corso dei decenni a questi eventi si affiancarono cacce ai tori, “bufalate” (corse di bufali lungo le strade cittadine o in Piazza del Campo), “asinate” (corse di asini) e certamente anche corse di cavalli. Nello stesso momento la divisione in terzi, probabilmente aumentando la popolazione, non sembrò più sufficiente e si definirono confini più ristretti di veri e propri quartieri al cui interno operavano sia compagnie laicali, dedite all’assistenza diciamo “sociale”, quasi un welfare ante litteram, che compagnie militari, a cui, per i motivi che abbiamo detto, era fatto assoluto divieto di partecipare alle “guerre per finta” che abbiamo elencato. Ma quelle stesse persone che appartenevano alle varie compagnie militari si organizzarono in altre associazioni, diciamo ludiche, e indipendenti, fin dal XV secolo, proprio per partecipare agli eventi sociali della vita cittadina, alle “battaglie” e alle varie corse. Giustamente Roberto Barzanti, grande conoscitore della città e della sua storia descrive le contrade come “il vestito da festa delle compagnie militari”.

Si definiscono i territori, si scelgono emblemi e colori (che spesso cambieranno negli anni) e, nel corso del 5-600 si ampliano le funzioni e le mansioni. Soprattutto dopo la conquista spagnola di Siena, che avviene dopo un durissimo assedio terminato nel 1555, a cui seguì l’annessione alla Signoria fiorentina dei Medici con la denominazione di “Stato Nuovo”, era chiaro che mentre le compagnie militari persero ogni importanza, quelle definite sempre più spesso nei documenti “contrade” diventavano perni intorno a cui ruotava ogni festa, evento, corsa, sacra rappresentazione, sfilata, processione, a Siena.

Mappa delle Contrade di Siena
La suddivisione di Siena per Contrade

La nascita del Palio

Sono quindi le contrade che partecipano, sempre più spesso in Piazza del Campo, alle giostre e alle corse, diciamo se e quando potevano economicamente permetterselo. E fin da subito il Palio “alla tonda”, che si correva cioè in Piazza del Campo, fu un evento di loro pertinenza (mentre alle corse “alla lunga”, soprattutto quella dedicata alla Madonna Assunta che si teneva il 15 agosto, partecipavano cavalli e cavalieri delle famiglie nobili di Siena e di mezza Italia): e la “carriera” in Piazza, dove si poteva seguire sia la partenza che l’arrivo dei “berberi”, fu considerato un “nuovo e maraviglioso spettacolo”, che via via soppiantò per gradimento ed importanza le altre gare. Fino alla situazione contemporanea, in cui la corsa del Palio si svolge due volte l’anno, il 2 di luglio in onore della Madonna di Provenzano, e il 16 di agosto, in onore della Madonna Assunta (ricordatevi che il 15 agosto si corse per molti anni, in contemporanea, quello “alla lunga”). Il premio poteva essere denaro, oggetti in argento o tessuti preziosi, fino al “drappellone” attuale, un drappo di seta, appunto, oggi dipinto (a volte ricamato o addirittura “scolpito”)  da artisti di fama internazionale.

E’ stata Violante di Baviera, ultima Governatrice Medici della città prima del passaggio dinastico agli Asburgo Lorena, a segnare la storia prima del Palio, con il Regolamento del 1721 – e sono le stesse regole applicate oggi – e poi delle contrade, con il Bando del 1730 (1729 secondo il calendario senese dell’epoca) che ha stabilito i confini fra le contrade mettendo fine a tutta una serie di liti e contenziosi tra consorelle che si contendevano le strade più popolose per ottenere più incassi dalla “questua”, cioè il sistema di raccolta fondi casa per casa in uso fino agli anni del Secondo Dopoguerra – e prima dell’avvento di WhatsApp.

Come partecipare al Palio di Siena vista dalla Piazza
Piazza del Campo gremita durante il Palio

Le Contrade di Siena oggi

Possiamo dire che se prima entro quei confini anticamente si faceva la ronda o si cercavano finanziamenti per correre il Palio e/o organizzare la Festa del Santo Patrono oggi, soprattutto in questi ultimi anni, le Contrade si sono impegnate ad abbellire, valorizzare e far conoscere il più possibile i propri territori.

La prima cosa che può venire in mente è sicuramente l’impegno profuso nel mantenimento o nella ristrutturazione della Sede, con l’Oratorio ed il Museo, che sono i vanti ed i tesori di ogni contradaiolo. In realtà, però, le contrade si stanno riappropriando anche dei propri territori in senso più vasto, collaborando a riscoperte artistiche e ad iniziative sociali, e ciò non può essere che un bene, per la città, per i suoi abitanti e anche per chi, in poche ore o in qualche giorno, vuole conoscere la bellissima Siena e magari apprezzarne anche dei lati nascosti, meno abusati.

Ogni contrada sta assumendo ruoli molto sfaccettati: si organizzano squadre di ogni sport, sia maschile che femminile, per ogni età, che partecipano a campionati e tornei; si programmano scampagnate ed escursioni in ogni stagione; si tengono concerti, spettacoli teatrali o conferenze legate ad aspetti storici o culturali; si fanno pranzi e cene a profusione e con qualsiasi pretesto; si ripristinano vecchie tradizioni artigiane, magari legate storicamente ai propri rioni, valorizzando capacità altrimenti dimenticate; si mettono in piedi manifestazioni in occasione della festa del Santo Patrono che impegnano centinaia di contradaioli e richiamano migliaia di persone; si istituiscono borse di studio o aiuti finanziari per i meno fortunati ed i più meritevoli; infine, si organizza e si pianifica la partecipazione al Palio, si spera più volte possibile in un anno.

La contrada è quindi un organismo vitale, complesso e poliedrico che sempre di più merita di essere conosciuto e coadiuvato nel suo ruolo di collante sociale e depositario di saperi e tradizioni antichi.

Guida alla scopera delle Contrade di Siena

Per questo ci siamo prefissati, da qui a fine stagione, di utilizzare la divisione del territorio comunale “dentro le mura” per stilare una lista di “best of” dei vari rioni, sintetizzandoli nelle “tre cose da vedere” in ognuno dei 17 territori.

Sia chiaro, è una lista assolutamente parziale, e personale è la scelta dei luoghi inclusi in ogni articolo. Quindi sono bene accetti commenti e anche critiche, sapendo che quello che ci spinge è l’amore per la nostra città, e la ricerca di potenzialità ancora a volte inespresse. Sarà un viaggio “random” da Camollia a Romana, da Tolomei al Fosso di sant’Ansano, e sfrutteremo ogni “fonte” possibile per scovare veri capolavori, o vere piccole delizie.

Speriamo di stuzzicare la curiosità dei turisti, e magari anche di qualche concittadino, alla (ri)scoperta di quello che spesso abbiamo sotto gli occhi ogni giorno e per questo apprezziamo meno del dovuto.

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