L’Isola di Montecristo nell’Arcipelago Toscano
L’Isola di Montecristo è un luogo avvolto nel mistero, un’isola quasi inaccessibile che ha tutto quello che serve per stuzzicare la fantasia. La sua fama è legata al grandissimo successo avuto in tutto il mondo dal romanzo di Alexandre Dumas “Il Conte di Montecristo”. Nel romanzo, Montecristo è un’isola del tesoro ed è proprio quel tesoro che permette al protagonista di svoltare ed ottenere la vendetta sui suoi nemici. Oggi il tesoro dell’Isola di Montecristo non è un forziere pieno d’oro ma il magnifico habitat incontaminato che fa dell’isola un vero e proprio paradiso naturalistico in mezzo al mare.
Dove si trova l’Isola di Montecristo
Montecristo si trova nel bel mezzo del Mar Tirreno, ad ovest rispetto all’Isola del Giglio e a sud rispetto all’Elba e all’Isola di Pianosa. È una delle sette isole principali dell’Arcipelago Toscano e da un punto di vista amministrativo fa parte del comune di Portoferraio.
Perché si chiama Montecristo?
Il nome Monte Christi risale al Medioevo e secondo la tradizione sarebbe riconducibile alla figura di San Mamiliano. Il santo, imprigionato e fatto schiavi, riuscì a sfuggire ai suoi persecutori rifugiandosi sull’isola. Qui San Mamiliano visse in una grotta che viene chiamata “Grotta del Santo” o “Grotta di San Mamiliano”. Successivamente sull’isola fu fondato anche il Monastero di San Mamiliano. È in questo contesto religioso che l’isola avrebbe acquisito l’attuale nome.
Storia dell’isola
Una serie di reperti rinvenuti sull’isola ci dimostra come l’isola sia stata frequentata fin dal Neolitico anche se per avere qualcosa di più concreto bisogna arrivare al V secolo d.C. quando fu fondato il Monastero di San Mamiliano. La storia del monastero si interruppe nel 1553 quando fu assalito da Dragut, il leggendario pirata ottomano che negli stessi anni aveva tentato di conquistare anche Portoferraio sull’Isola d’Elba. Dopo questo evento l’isola fu abbandonata a se stessa per molto tempo e i pirati che infestavano il Mediterraneo ne approfttarono per farne la loro base.
Napoleone stabilì una base militare sull’Isola di Montecristo nel 1814. Nel corso dell’Ottocento ci fuono vari tentativi di colonizzazione dell’isola come quello dell’imprenditore Jacques Abrial che avviò delle coltivazioni costruendo anche un paio di edifici che oggi ospitano il Museo Naturalistico e l’infopoint del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Pochi anni più tardi, nel 1852, George Watson Taylor, barone di Strichen, acquistò l’isola costruendo quella che oggi viene chiamata Villa Reale. L’isola passò poi allo lo Stato Italiano che la acquistò nel 1869. Cinque anni dopo, nel 1874, il governo italiano vi stabilì un carcere, succursale di quello di Pianosa, che restò in attività per 10 anni.
Per molti anni l’isola fu utilizzata in modo improprio, soprattutto come riserva di caccia, ma per fortuna, nel 1971, Montecristo fu dichiarata Riserva Naturale dello Stato e da allora il suo habitat viene tutelato come merita.
Riserva Naturale
La Riserva Naturale dell’Isola di Montecristo si estende su tutta l’isola e sul mare che la circonda fino ad 3 miglia dalla costa. All’interno dell’area protetta si trova anche lo Scoglio d’Africa che affiora non distante dall’isola. La presenza di una riserva naturale spiega perché non si può fare il bagno né immersioni. È vietato inoltre pescare, raccogliere piante o altro. Nelle sue acque si può transitare ma non buttare l’ancora.
L’isola di Montecristo misura poco più di 10 chilometri quadrati ed ha una forma che ricorda una piramide. La sua vetta più altra, Monte Fortezza, raggiunge i 645 metri sul livello del mare e le sue coste rocciose emergono imoponenti dal mare. Sembra quasi un vulcano ma non lo è. La tutela a cui è sottoposta l’isola ha fatto sì che qui si siano conservate numerose specie di flora e fauna che un tempo prosporeravano anche in altre zone.
Tra i principali “abitanti” dell’isola si segnala la Capra di Montecristo, il discoglasso sardo, una rana che si trova solo qui ed in Sardegna, serpenti come la vipera meridionale e diverse specie di uccelli tra cui il gheppio, l’aquila reale e la berta minore. Le sue acque sono caratterizzate da un ecosistema estremamente vario in cui trovano posto coralli, anemoni marini, gorgonie, posidonie e diversi tipi di pescie tra cui il pesce luna.
Abitanti e guardiani di Montecristo
L’isola di Montecristo è ormai sostanzialmente disabitata. Dico sostanzialmente perché sull’isola risiedo soltanto una coppia di guardiani che si occupano di presidiare l’isola e di accogliere i visitatori durante la stagione estiva. Nel corso del tempo si sono susseguite diverse coppie di guardiani. Ogni coppia di custodi è rimasta sull’isola per alcuni anni, prima di lasciare questo angolo di paradiso nelle mani della coppia successiva.
Come arrivare sull’Isola di Montecristo
L’Isola di Montecristo è visitabile ma l’accesso all’isola è decisamente limitato. Ogni anno vengono stabilite delle date per le visite e c’è un numero massimo di visitatori (nel 2022 sono in tutto 1725). Le visite all’Isola di Montecristono sono organizzate dall’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano. I traghetti per l’Isola di Montecristo in genere partono da Piombino, fanno scalo a Porto Azzurro sull’Isola d’Elba e ormeggiano presso Cala Maestra, che è l’unico approdo consentito sull’Isola di Montecristo.
Tutte le visite prevedono delle escursioni trekking con delle guide che accompagnano i visitatori lungo uno dei percorsi presenti sull’isola. Alcuni di questi itinerari richiedono un po’ di preparazione mentre altri sono più facili; in ogni caso è opportuno presentarsi con un abbigliamento adeguato Uscarpe da trekking etc.), cibo, acqua, occhiali da sole e crema solare.
Se volete prenotare la vostra visita, dovete andare su questa pagina.