Firenze Rocks 2017: 3 giorni di rock alla Visarno Arena di Firenze
Sì forse quest’anno sto un po’ esagerando con i concerti, ma come rinunciare a tre giorni di musica a pochi passi da casa. Un evento che è riuscito a fare spostare i pensionati più tenaci dai lavori della tramvia all’allestimento del festival all’ippodromo del Visarno.
Firenze Rocks 2017: Giorno 1
Unico dubbio, cosa portare da casa, le temperature sono alte e i controlli sembrano essere rigidi, niente bottiglie, niente zaini, niente di niente. I racconti degli amici sui token non aiutano, sembra siano introvabili e prendere qualcosa da bere o da mangiare diventa veramente stressante. Scegliamo di portarci un panino e una bottiglietta d’acqua, il parcheggio in motorino è facile e in nemmeno 15 minuti siamo dentro. Bella atmosfera, persone da tutta Italia che socializzano su un unico argomento: “ma i token, come funzionano? E funzionano?”, ragazze di Roma si lamentano “con uno m’hanno dato l’acqua calla”, altri più contenti “bevo, solo perché li devo finire”.
Placebo
Non mi va ancora giù che abbiamo aperto loro gli Aerosmith e non viceversa, ma essendo tra i miei gruppi preferiti forse la sto prendendo un po’ troppo sul personale. Siamo vicini, a pochi metri dalla prima colonna, sulle punte riusciamo a intravedere il palco e l’audio è buono. In un’ora e mezzo suonano tutte le loro canzoni più famose aprendo con Pure Morning e terminando con Runnin Up That Hill. Bel concerto, sono più un gruppo da disagio interiore e forse renderebbero più al chiuso, in un ambiente un po’ più intimo.
Aerosmith
Tentiamo di avvicinarci un po’ al palco, ma il risultato è pessimo, riusciamo a vedere soltanto i capelli Steven, trasportati dal ventilatore (invidiato moltissimo, viste le temperature) e ci allontaniamo dalle casse quanto basta perché il battito di mani sovrasti la voce. Toccante quando i cellulari si accendono per inviare I Don’t Want to Miss a Thing ai rispettivi innamorati, salvando migliaia di rapporti in tutto il Mondo. Compitino per gli Aerosmith, quando a fine concerto due ragazze che litigano animatamente per uno spintone , ti fanno pensare “ok, la non violenza, ma almeno ci state regalando un po’ di adrenalina” (oltre a essere una brutta persona) vuol dire che qualcosa non è andata bene.
Firenze Rocks 2017: Giorno 2
Eddie Vedder
Avete presente le sere che prima di uscire sono piene di aspettative che si rivelano una delusione totale? Questa era la mia paura, tutti mi ripetono guarda vacci è bravo, ma il genere non mi entusiasma e potrebbe essere un concerto noioso. Ecco, non è stato così. E’ stato piuttosto una serata in macchina con gli amici, di quelle che mentre passa una canzone tutti rimangono zitti nei propri pensieri, contenti di essere li insieme.
C’è chi canta sottovoce, c’è chi piange, c’è chi sorride. Tutti senza la paura di provare qualcosa di intenso. Non è stato lo show di uomo solo sul palco con la sua chitarra e 50.000 persone davanti, è stato lo show di tutti noi soli con 50.000 persone vicine.
Finito il concerto, rimane il magone, come dopo una cotta estiva adolescenziale, e a pochi di giorni di distanza sono ancora indeciso se provare ad ascoltare qualche canzone o continuare ad ignorarlo per non correre il rischio di rovinare il ricordo di quella emozione… merda… sto scappando da Eddie Vedder.
Ah, ringrazio Laura, perché mi ha costretto a comprare il biglietto. E quando mi ha chiesto: “allora com’è stato?” la risposta poteva essere soltanto l’unica frase che mi sono continuato a ripetere nel silenzio dopo ogni canzone: “cazzo, non ci credo!”
Firenze Rocks 2017: Giorno 3
Dopo tre giorni ormai l’approccio al concerto è in modalità “sembra un lavoro”, partiamo di casa in perfetto orario, parcheggio a pochi metri dall’entrata, si arriva salutando pronti per i controlli, con i tappi delle bottiglie accuratamente nascosti.
Un po’ meno persone rispetto alle altre due giornate, ma il pericolo pogo è molto più alto. Brevi consigli utili, da sfruttare nei prossimi concerti:
- Se si forma un cerchio, nonostante vi ricordi la vostra infanzia piena di giochi e di “giro giro tondo, casca il mondo”, non è la stessa cosa, evitatelo.
- Se la tentazione è troppo forte, ricordate che quando finisce/inizia la musica il vostro compagno di giochi all’opposto del cerchio, per quanto possa sembrare amorevole, correrà a tutta velocità verso di voi, e non con lo scopo di dimostrarvi il suo amore.
- I vostri compagni di gioco, sono spesso alti due metri, sudati e senza maglietta, non lamentatevi se non avete i requisiti adatti.
Prophets of Rage
Capisci quanto sia importante una chitarra nella vita quando la tua amica passa da “come è figo Billie Joe, quando suona la chitarra ad altezza ginocchia” a “come è figo Tom Morello, quando suona la chitarra ad altezza spalle”. Tom fa quel che gli pare e ti rendi conto che i soldi che hai appena investito in un qualsiasi strumento, non ti porteranno nessuna ragazza.
Concerto carichissimo, non c’è un momento di tregua, il pubblico è un unico coro, il minimo è molleggiare fino a quando non attacca la canzone, li puoi scegliere se pogare o rifugiarti in una zona “tranquilla” e saltare come un pazzo.
System of a down
La delusione avuta un po’ di anni fa a Rho mi aveva fatto titubare, ma essendo il mio gruppo preferito gli ho dato un’altra opportunità.
Questa volta i SOAD sono in grande forma con i 50.000 presenti pronti ad aiutare incessantemente, uno scatenato Daron Malakian, che prende il posto di cantante a Serj Tankian, probabilmente con problemi alle corde vocali. Diverse le reazioni per la durata del concerto, per le ragazze un’ora e mezza è troppo poco, per i ragazzi è più che abbastanza, credo che questa diatriba abbia origini ben diverse che un concerto e questo non mi sembra il luogo giusto per discuterne.
Se volete sfogarvi, prendere un biglietto per il loro concerto, soltanto urlare “You wanted to” e “Father” in Chop Suey può valerne l’intero prezzo.