Guida alla visita di Firenze, la culla del Rinascimento
Da fiorentino ritengo che sia abbastanza riduttivo parlare di sole 10 cose da vedere a Firenze ed infatti questo articolo sarà un finto 10 cose da vedere perché in realtà ne citerò molte di più. In questa guida parlerò di una serie di monumenti e musei davvero imperdibili che di certo non potranno essere visitati come meritano in un giorno o due. So che la tendenza ormai consolidata è quella di fare vacanze brevi “mordi e fuggi”, un giorno o due durante il weekend e basta, però una città come Firenze merita di essere visitata molto più a lungo o eventualmente in più volte anche perché, e qui prendo in prestito le parole di Pupo, “a Firenze sulla mia parola, non vedi niente in una volta sola”.
Cosa vedere a Firenze
- Duomo
- Battistero
- Galleria dell’Accademia
- Basilica di Santa Maria Novella
- Ponte Vecchio
- Basilica di Santa Croce
- Palazzo Vecchio
- Galleria degli Uffizi
- Palazzo Pitti
- Piazzale Michelangelo
Duomo
Una delle prime cose da fare quando si visita Firenze, è andare in Piazza del Duomo per visitare la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Campanile di Giotto ed il Battistero. A questi tre straordinari monumento aggiungo anche il rinnovato Museo dell’Opera del Duomo dove si può ammirare una spettacolare ricostruzione della facciata del Duomo secondo il primo progetto di Arnolfo e le porte originali del battistero.
Il Duomo di Firenze impressiona sia per la sua bellezza che per le sue dimensioni mastodontiche. Quando fu completato, nel 1436, questa era la chiesa più grande del mondo ed ancora oggi è una delle più grandi. Un’opera incredibile che ha richiesto ben 140 anni di lavori dato che la costruzione iniziò nel 1296. E un discorso a parte va fatto per la facciata che è stata realizzata nel Ottocento.
Dicevamo delle dimensioni: il Duomo di Firenze è lungo 160 metri, largo 95 all’altezza del transetto e raggiunge l’incredibile altezza di 116,5 metri con la croce posta in cima alla cupola. Il Duomo è l’edificio più alto di tutta la città ed infatti con la sua cupola caratterizza lo skyline di Firenze più di qualsiasi altro monumento.
Anche se realizzato in varie epoche, anche distanti tra loro, l’esterno del Duomo appare abbastanza omogeneo grazie all’utilizzo degli stessi materiali: marmo bianco di Carrara, serpentino verde di Prato, rosso di Maremma e il cotto delle tegole. Ci sono un’infinità di elementi architettonici, statue e decorazioni da ammirare sia nella facciata che sui fianchi della chiesa ma la parte personalmente amo di più è la zona absidale.
Il Duomo ha tre grandi tribune, sormontate da cupole, al centro delle quali si erge poderoso il timpano che sorregge la cupola. Alla base del timpano, alternate con le cupole delle absidi, si trovano anche quattro tribune morte a pianta semicircolare. L’effetto che ne deriva è davvero notevole: un’escalation di volumi che porta fino all’elemento che più di ogni altro caratterizza il Duomo di Firenze: la Cupola del Brunelleschi.
La cupola del Duomo è un miracolo di ingegneria. Nel 1418, cioè dopo ben 122 anni dall’inizio della costruzione, ancora non si sapeva come fare a completare la chiesa che presentava un’enorme cavità larga ben 43 metri all’altezza della crociera. A complicare le cose c’era anche l’altezza, circa 60 metri, a cui doveva essere realizzata la cupola. Capite bene che le tecnologie di allora non erano le stesse di cui disponiamo oggi e l’impresa si presentava come proibitiva. Per nostra fortuna emerse il genio di Filippo Brunelleschi che ideò un sistema innovativo per erigere la cupola tramite la costruzione di due cupole, una interna ed una esterna.
In cima alla cupola si trova un’elegante lanterna, con terrazza panoramica visitabile, sulla cui sommità si può ammirare una grande palla dorata ed una croce. Proprio la palla è protagonista di un aneddoto e di una curiosità: il 27 gennaio del 1601, fu colpita da un fulmine e cadde, danneggiando la cupola, fino a schiantarsi a terra; se vi aggirate per piazza del Duomo, potrete trovare in terra un disco di marmo che segnala il punto esatto in cui si schiantò la palla. Io non vi dico dov’è, buona caccia!
L’interno del Duomo è più semplice di quello che ci si potrebbe aspettare. Entrando si ha subito una netta sensazione di vuoto anche se di cose da vedere ce ne sono eccome. Evito di fare l’elenco delle varie opere d’arte e mi limito a segnalare il bellissimo pavimento in marmi policromi ideato da Baccio d’Agnolo, l’impressionante serie di vetrate figurate che arricchiscono le finestre e soprattutto il favoloso ciclo di affreschi della cupola interna.
Inizialmente si pensava di realizzare una decorazione a mosaico però quest’idea fu scartata sia per i costi che per evitare di aggiungere altro peso alla cupola. Ora, considerando che la cupola pesa circa 25000 tonnellate, vien difficile pensare che un mosaico avrebbe fatto la differenza da quel punto di vista, però all’epoca fu deciso di non correre rischi. Scartata l’idea dei mosaici, fu deciso di realizzare una serie di affreschi concentrici ispirati al tema del Giudizio Universale. I lavori cominciarono nel 1572 e furono affidati a Giorgio Vasari, che però morì lasciando l’opera incompiuta, così l’incarico passò a Federico Zuccari che, nel 1579, portò a termine il ciclo di affreschi.
Chiudiamo questa parte dedicata al Duomo con il Campanile di Giotto. Il campanile fu realizzato a partire dal 1298 sotto la direzione di Arnolfo di Cambio e nel 1334 Giotto subentrò come capomastro, ruolo che mantenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1337. In questo periodo Giotto riuscì a dare una chiara impronta al campanile, soprattutto per quanto riguarda gli elementi decorativi. Dopo di lui i lavori furono portati avanti da Andrea Pisano e poi completati, nel 1359, da Francesco Talenti. Il risultato è una meravigliosa torre campanaria alta 85 metri dalla cui sommità si gode di una vista mozzafiato su Firenze!
Battistero
E proprio davanti al Duomo, troviamo il secondo punto del nostro elenco: il Battistero di San Giovanni. Questo è uno dei luoghi di culto più antichi della città e i dubbi sulla sua origine hanno alimentato alcune teorie e leggende. Per molto tempo infatti i fiorentini hanno ritenuto che il Battistero fosse un edificio di epoca romana, per la precisione un tempio dedicato a Marte che solo successivamente sarebbe stato convertito. La storia è in parte supportata dal fatto che nella costruzione del Battistero sono stati utilizzati marmi e colonne recuperate dalle rovine della Firenze romana. Oggi si pensa che l’attuale Battistero sia stato realizzato tra XI e XII secolo come ampliamento di un battistero precedente.
Il Battistero di San Giovanni ha una tipica pianta ottagonale ed è coperto da una cupola a otto spicchi. Interamente rivestito di marmi bianchi e verdi, l’esterno è suddiviso in tre fasce orizzontali con una decorazione fatta di riquadri e archi intervallati da colonne. L’accesso è garantito da tre meravigliosi portali: la Porta Sud, realizzata da Andrea Pisano, la Porta Nord e la Porta Est la cosiddetta “Porta del Paradiso” realizzate da Lorenzo Ghiberti. Ognuna di queste porte presenta una serie di formelle rispettivamente incentrate sulla vita di San Giovanni e sulle Virtù (Porta Sud), Storie del Nuovo Testamento, quattro evangelisti e quattro dottori della chiesa (Porta Nord) e Scene dell’Antico Testamento (Porta Est).
L’interno ha uno stile classicheggiante con decorazioni marmoree policrome alle pareti ed un pavimento molto variegato con motivi geometrici, fitomorfi e zoomorfi. Nel Battistero ci sono diverse opere d’arte ed anche un’interessante meridiana con i segni zodiacali ma ciò che attira l’attenzione più di ogni altra cosa sono i mosaici che rivestono l’interno della cupola. Questi mosaici sono un’autentica meraviglia, non fatico a dire che siano una delle cose più belle che si possono ammirare a Firenze. Realizzati tra il XIII ed il XIV secolo, i mosaici della cupola sono un tripudio di oro e raffigurano il Cristo Giudice, le Gerarchie angeliche, il Giudizio universale, Storie della Genesi, Storie di Giuseppe, Storie di Maria e di Cristo e Storie di San Giovanni Battista. Altri mosaici si trovano nella volta dell’abside e nei matronei.
Galleria dell’Accademia
Fondata nel 1784 dal Granduca Pietro Leopoldo, la Galleria dell’Accademia è il secondo museo più visitato di Firenze dopo gli Uffizi. Al suo interno sono esposte opere d’arte che coprono un ampio arco cronologico che va dal XIII fino al XIX secolo, tra cui la più grande collezione al mondo di statue realizzata da Michelangelo, ed un’importantissima collezione di strumenti musicali storici. Molti di quelli che visitano l’Accademia, lo fanno per vedere il David dal vivo e di certo non li si può biasimare però, come vedremo, il museo ha molto altro da offrire.
Il percorso museale inizia con la cosiddetta Sala del Colosso, che deve il suo nome all’enorme gesso di uno dei Dioscuri di Montecavallo che un tempo si trovava qui ma che oggi è nella Gipsoteca dell’Istituto d’Arte di Porta Romana. La sala ospita un numero consistente di pitture fiorentine realizzate nel Quattrocento e nel Cinquecento. In un museo come questo è difficile indicare quali possano essere le opere più importanti perché ci troviamo di fronte ad una serie di capolavori assoluti realizzati da maestri come Sandro Botticelli, Filippino Lippi, il Ghirlandaio, Paolo Uccello, il Perugino e tanti altri. Al centro della sala infine si può ammirare il modello preparatorio per il Ratto delle Sabine del Giambologna (la statua si trova nella Loggia del Lanzi in Piazza della Signoria.
Dalla prima sala si può raggiungere il Museo degli Strumenti Musicali dove sono esposte le collezioni del Conservatorio Luigi Cherubini. La raccolta, che si è originata a partire dalle collezioni dei Medici e dei Lorena, comprende una serie di strumenti molto rari e pregiati tra cui un violino, una viola ed violoncello realizzati dal celebre maestro Antonio Stradivari ed un clavicembalo di Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte.
Dalla Sala del Colosso si accede anche alla Galleria dei Prigioni dove si trovano sei statue realizzate da Michelangelo, i quattro Prigioni, la Pietà di Palestrina ed il San Matteo, ed altre opere cinquecentesche che ci accompagnano fino alla Tribuna del David. Il David di Michelangelo non ha bisogno di particolari presentazioni: è una delle opere d’arte più importanti e famose al mondo, uno dei simboli di Firenze e del Rinascimento, un capolavoro universale. Realizzata tra il 1501 ed 1504, la statua simboleggia la Repubblica Fiorentina vittoriosa sui nemici. In origine, questo colosso di 5,20 metri doveva essere collocato su uno dei contrafforti della zona absidale del Duomo ma, visto quanto era magnifico il risultato del lavoro di Michelangelo, fu deciso di metterla in Piazza della Signoria dove sarebbe stata più visibile. Il trasferimento all’interno della Galleria dell’Accademia, con la creazione della tribuna, risale invece al 1872 ed è legato alla necessità di preservare la statua. Intorno al David si trovano alcune opere di Alessandro Allori e di altri maestri di scuola manierista.
Superato lo stupore e la meraviglia per il David, la visita prosegue con la Gipsoteca Bartolini dove sono raccolti numerose sculture e dipinti ottocenteschi. Qui, oltre ad una cospicua collezione di gessi realizzati da Lorenzo Bartolini, si trovano le opere di artisti legati all’Accademia di Belle Arti.
Dalla gipsoteca si passa alle sale che ospitano la pittura fiorentina di XIV e XV secolo, ovvero la Sala del Duecento e del primo Trecento, la Sala dei giotteschi e la Sala degli Orcagna. Il percorso museale ci accompagna qui alla scoperta di molti autori come Bernardo Daddi, Andrea Orcagna e Jacopo di Cione, in un susseguirsi di tavole a fondo oro. Gli altri dipinti della Galleria si trovano al primo piano dove si prosegue con la pittura del Trecento e del Quattrocento con autori del calibro di Giovanni da Milano, Bicci di Lorenzo e Lorenzo Monaco.
Basilica di Santa Maria Novella
La Basilica di Santa Maria Novella è una delle chiese più belle ed importanti della città. Costruita a partire dal 1279 e terminata nel XV secolo, Santa Maria Novella ha uno stile gotico rinascimentale con diversi elementi architettonici di ispirazione classica. La facciata è interamente ricoperta di marmi con la tipica alternanza tra marmo bianco e serpentino verde. Si tratta di uno dei principali esempi di Rinascimento fiorentino e alla sua realizzazione ha contribuito anche il grande architetto Leon Battista Alberti che seppe coniugare alla perfezione le linee gotiche preesistenti con gli elementi classicheggianti che si possono ammirare nella parte superiore.
Ad una facciata tanto bella corrisponde un interno altrettanto bello ed interessante. Tra le tante cose, questa chiesa è importante perché è stata la prima a Firenze in cui sono stati impiegati gli elementi tipici dell’architettura gotica. Lo spazio interno è suddiviso in tre navate coperte da volte a crociera con archi a sesto acuto decorati da pitture bicrome bianco-verdi. L’ampiezza della navata centrale genera la sensazione che la chiesa sia composta da un’unica grande aula mentre la dimensione decrescente delle campate fa sembrare la chiesa più lunga di quanto non lo sia in realtà (comunque si parla 99 metri!).
Le cose da vedere sono davvero tante. Nella navata centrale, sospeso da terra, si può ammirare il magnifico Crocifisso realizzato da Giotto intorno al 1290. Un capolavoro assoluto, un’opera nella quale il maestro rinnova l’iconografia del Christus patiens, cioè del Cristo sofferente dopo la crocifissione, dove si possono apprezzare una posa più naturalistica e i dettagli relativi alle ferite sanguinanti. Nella lunetta della controfacciata si trova una Natività di Botticelli mentre nella navata sinistra c’è la magnifica Trinità di Masaccio, una delle prime opere in cui venne sperimentata la prospettiva.
Lungo il transetto si trovano una serie di cappelle che contengono un vero e proprio tesoro di opere d’arte. Al centro, dietro all’altare maggiore, c’è la Cappella Maggiore (o Cappella Tornabuoni) con il crocifisso del Giambologna ed un magnifico ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio a cui forse lavorò anche Michelangelo. A destra ci sono la Cappella di Filippo Strozzi affrescata da Filippino Lippi con Storie delle vite di San Filippo apostolo e San Giovanni evangelista, la Cappella Bardi con affreschi attribuiti al pittore anonimo bolognese Pseudo Dalmasio e la Cappella Rucellai con affreschi del Maestro della Santa Cecilia e la statua Madonna con bambino di Nino Pisano. A sinistra invece troviamo la Cappella Gondi che conserva il crocifisso di Brunelleschi, la Cappella Gaddi con dipinti ed affreschi del Bronzino e di Alessandro Allori e la Cappella Strozzi di Mantova con affreschi dell’Orcagna ispirati alla Divina Commedia.
Accanto alla chiesa, negli ambienti del convento, si trova il Museo di Santa Maria Novella che comprende il Chiostro dei Morti, il Chiostro Verde, il Cappellone degli Spagnoli, la Cappella degli Ubriachi e il Refettorio. Il Chiostro Verde fu costruito nel 1350 da fra’ Jacopo Talenti ed affrescato “a terra verde” (da qui il nome del chiostro) da Paolo Uccello con scene dell’Antico Testamento. Dal Chiostro Verde si accede alla Sala Capitolare, nota anche come Cappellone degli Spagnoli poiché veniva utilizzata dal seguito di Eleonora di Toledo, dove si può ammirare un bellissimo ciclo di affreschi di Andrea Bonaiuto. Nel refettorio infine sono conservati paramenti sacri, oreficerie, reliquiari ed alcune opere d’arte come l’affresco Madonna in Trono di Andrea Bonaiuto.
La Basilica di Santa Maria Novella e il Museo di Santa Maria Novella possono essere visitati con un unico biglietto. Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale.
Ponte Vecchio
Tappa imprescindibile di qualsiasi visita a Firenze, Ponte Vecchio è un vero e proprio simbolo della città. Famoso in tutto il mondo, Ponte Vecchio è caratterizzato dalla presenza delle botteghe degli orafi che si trovano sui suoi lati dandogli l’aspetto di una strada più che di un ponte. Questa è sicuramente l’aspetto che più di ogni altro viene notato del ponte ma è un’altra caratteristica a renderlo importante da un punto di vista architettonico: Ponte Vecchio è il primo ponte in Occidente ad essere stato costruito su archi ribassati, superando il modello romano basato su archi a tutto sesto. Questa innovazione permise di creare un ponte con meno arcate in grado di creare meno ostacoli al corso del fiume.
I primi a costruire un ponte per l’attraversamento dell’Arno furono i romani ma, nel corso dei secoli, fu necessario ricostruire il ponte più e più volte a causa delle alluvioni. L’attuale ponte risale al 1345 ed è probabilmente opera di Taddeo Gaddi o di Neri di Fioravante. Dicevamo delle botteghe degli orafi, un tempo al posto degli orafi c’erano delle botteghe molto meno “nobili” cioè quelle dei macellai che furono spostati sul ponte nel 1442 per far sì che potessero smaltire direttamente nel fiume tutti gli scarti delle lavorazioni.
Nel 1565 il ponte si arricchì di un altro elemento davvero speciale: il Corridoio Vasariano. Il corridoio è un percorso di un chilometro che collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti e che attraversa gli Uffizi e Ponte Vecchio. Realizzato da Giorgio Vasari, il corridoio serviva ai Medici per spostarsi in tutta tranquillità da “casa” (Palazzo Pitti) a “lavoro” (Palazzo Vecchio, sede del potere politico e amministrativo della città). Il Corridoio Vasariano tornerà ad essere visitabile nel 2021 e vi assicuro che dalle sue finestre si possono ammirare degli scorci davvero unici!
Con un piccolo passo avanti, arriviamo nel 1593, quando il Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, stanco dei cattivi odori che doveva sopportare quando attraversava il corridoio, decise di sbarazzarsi dei macellai e di sostituirli con i ben più gradevoli orafi. Giungendo alla storia recente, nel 1901 fu installato un monumento al grande scultore Benvenuto Cellini realizzato da Raffaello Romanelli mentre nel 1944 Ponte Vecchio fu coinvolto negli eventi delle Seconda Guerra Mondiale quando scampò per un pelo alla distruzione.
Questo è l’unico ponte di Firenze sopravvissuto alle devastazioni dell’esercito tedesco in fuga verso nord. Molti credono che il ponte sia sopravvissuto per volere di Hitler, ma la realtà è ben diversa. Come tutti gli altri ponti della città anche Ponte Vecchio era stato minato ma, l’aiutante di un orafo, Burgasso, vide dove erano state piazzate le mine e le disinnescò salvando il ponte dalla rovina. In quell’occasione molti edifici furono distrutti e anche tre delle quattro torri che si trovavano ai lati del ponte crollarono.
Basilica di Santa Croce
La Basilica di Santa Croce è considerata uno dei massimo capolavori dell’arte gotica in Italia. Santa Croce è una delle più grandi ed importanti chiese francescane e la sua fondazione è legata ad una visita di San Francesco d’Assisi del 1211. Pochi anni più tardi, i suoi seguaci fondarono una prima chiesa che ben presto risultò troppo piccola così, nel 1294, fu deciso di ricostruire completamente l’edificio affidando il progetto al grande architetto ed urbanista Arnolfo di Cambio. I lavori richiesero molti anni per essere completati anche perché in quel periodo la città dovette affrontare diversi problemi tra cui l’epidemia di peste. Ad ogni modo intorno al 1385 la chiesa doveva essere completa, anche se fu consacrata soltanto nel 1443.
Come altre chiese fiorentine, si veda il Duomo e tutt’ora San Lorenzo, anche la Basilica di Santa Croce rimase per molto tempo con la facciata incompiuta. La facciata attuale risale infatti al 1863 e fu realizzata dall’architetto Niccolò Matas che per il progetto si ispirò ad altre chiese in stile gotico come il duomo di Siena e il duomo di Orvieto. Il risultato è davvero molto bello con una decorazione di marmi bianchi, verdi e rossi disposti a formare disegni geometrici. Nella facciata si possono ammirare anche alcune opere d’arte come le statue e le lunette dei portali. Un’altra statua davvero notevole si trova proprio fuori dalla chiesa. Sto parlando della celebre statua di Dante realizzata da Enrico Pazzi nel 1865. Un aspetto peculiare della chiesa sono i porticati che si aprono lungo i fianchi; quello di sinistra è ben visibile dalla strada mentre quello di destra affaccia sul Chiostro Grande del convento.
L’interno della chiesa è davvero molto ampio, basti pensare che la navata maggiore è lunga 115 metri e larga 38, e solo all’apparenza semplice. La realizzazione di Santa Croce rappresentò una vera e propria sfida ingegneristica che fornì un precedente importante per la successiva costruzione del Duomo. Lungo le navate laterali ci sono diversi altari di ispirazione classica con tele ispirate al tema della Passione. La Basilica di Santa Croce è famosa per essere il luogo di sepoltura di uomini illustri che hanno fatto grande Firenze e l’Italia come Michelangelo, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli e Ugo Foscolo che nel suo Carme dei Sepolcri aveva definito Santa Croce “Tempio dell’Itale glorie“ (“Ma più beata che in un tempio accolte / Serbi l’Itale glorie”). Un’altra tomba presente, quella di Dante, è in realtà un cenotafio, cioè un monumento funebre in suo onore anche se il suo corpo è sepolto a Ravenna.
Oltre alla Cappella Maggiore, nella Basilica di Santa Croce ci sono molte cappelle di famiglia ricche di affreschi e opere d’arte. Nella Cappella Maggiore si possono ammirare un bel polittico presso l’altare maggiore, un crocifisso dipinto del Maestro di Figline e soprattutto uno straordinario ciclo di affreschi con Storie dell’invenzione della vera croce, realizzato da Agnolo Gaddi. Tra le cappelle sulla destra, spiccano la Cappella Peruzzi e la Cappella Bardi, entrambe affrescate da Giotto, la Cappella Baroncelli con gli affreschi di Taddeo Gaddi e la Cappella Castellani con opere di Agnolo Gaddi, Mino da Fiesole e Niccolò Gerini. Sulla sinistra si trovano la Cappella Spinelli, la Cappella Capponi, la Cappella Ricasoli, la Cappella Pulci-Berardi e la Cappella Bardi di Vernio con affreschi di Maso di Banco ed un trittico di Giovanni del Biondo. Sempre sulla sinistra, però alla testa del transetto, c’è la Cappella dei Bardi di Vernio dove è conservato un importante crocifisso di Donatello, la Cappella Niccolini e la Cappella Machiavelli-Salviati. Ultima ma non ultima, la Cappella dei Medici realizzata da Michelozzo.
Contestualmente alla basilica si sviluppò anche il convento francescano che oggi ospita il Museo dell’Opera di Santa Croce. Gli ambienti del convento sono di straordinaria bellezza e conservano numerose opere d’arte di livello assoluto. Da visitare i chiostri, la magnifica Cappella Pazzi, un capolavoro rinascimentale firmato da Filippo Brunelleschi, ed il Refettorio dove si può ammirare un Crocifisso di Cimabue.
Inutile dire che vi consiglio di visitare anche il museo oltre alla chiesa. Tutte le informazioni sugli orari e i biglietti sono sul sito dell’Opera di santa Croce.
Palazzo Vecchio
Palazzo Vecchio è un altro vero e proprio simbolo della città di Firenze. Storica sede del potere politico in città, il palazzo è sia la sede del Comune che un museo. Palazzo Vecchio si trova nella bellissima Piazza della Signoria dove si possono ammirare molti palazzi signorili, la Loggia dei Lanzi, un vero e proprio museo all’aperto, e diverse statue come la replica del David, la statua equestre di Cosimo I e la Fontana del Nettuno.
Palazzo Vecchio come lo vediamo oggi è il risultato di una lunga storia di costruzioni, ricostruzioni ed ampliamenti che si è protratta nel corso dei secoli a partire dall’epoca romana. Infatti, come evidenziato da scavi archeologici ancora in corso, il palazzo sorge sui resti del teatro dell’antica città romana di Florentia che sono ben visibili visitando i sotterranei del palazzo. Successivamente, in epoca medievale, qui c’era un palazzo di proprietà della famiglia ghibellina degli Uberti che però fu cacciata dalla città nel 1260, quando la loro fazione fu sconfitta dalla parte guelfa.
La costruzione del primo nucleo dell’attuale palazzo risale alla fine del XIII secolo quando fu deciso di realizzare una sede per le magistrature cittadine così, nel 1299, Arnolfo di Cambio fu incaricato di progettare il nuovo Palazzo dei Priori (come era chiamato in quell’epoca) sul posto del vecchio palazzo degli Uberti. La costruzione del Palazzo dei Priori, ispirata a quello di Volterra, fu completata nel 1315 incorporando l’antica torre della Vacca che fu utilizzate come base per la torre della facciata, la celebre Torre di Arnolfo.
Il Palazzo fu ampliato sia nel corso del Trecento che nel secolo successivo, prima da Gualtieri VI di Brienne e poi da Cosimo de’ Medici (detto Cosimo il Vecchio). Un grande rinnovamento del risale al 1540 quando Cosimo I de’ Medici, all’epoca Duca di Firenze, decise di fare del palazzo la sua residenza. Nel 1565, quando Cosimo spostò la sua dimora a Palazzo Pitti, il palazzo cambiò il suo nome nel definitivo “Palazzo Vecchio”. L’ultimo ampliamento risale alla fine del XVI secolo, quando furono realizzate le ultime modifiche alla parte posteriore del complesso.
Palazzo Vecchio si presenta imponente e solido con la sua magnifica torre che svetta fino a 94 metri di altezza, il rivestimento in bugnato rustico, i beccatelli e la merlatura tipica dei castelli medievali. Sulla facciata si può osservare una serie di stemmi relativi alla vita politica della Firenze trecentesca. All’interno il palazzo è in parte occupato dagli uffici del comune ed in parte adibito a museo. Il piano terra si sviluppa intorno a tre cortili ed ha varie porte di accesso. Il primo cortile fu progettato nel 1453 da Michelozzo e successivamente abbellito dal Vasari con varie decorazioni. Al centro si trova una bella fontana con una pregevole statua del Verrocchio mentre dal lato sinistro si accede alla Sala d’Arme.
Il secondo cortile, detto anche cortile della dogana, è caratterizzato da robusti pilastri che servono per sostenere il Salone dei Cinquecento che si trova al primo piano. Qui è collocata la biglietteria, mentre una scala monumentale posta tra i due cortili, conduce ai piani superiori dove si trovano gli ambienti visitabili con il biglietto del museo. Dentro Palazzo Vecchio ci sono molti ambienti da visitare, ognuno con una storia da raccontare. Io vi consiglio di visitare il museo facendo una visita guidata; qualche anno fa ho partecipato ad una visita dei percorsi segreti che ci ha condotto attraverso le stanze del palazzo alla scoperta di ambienti unici come lo Studiolo di Francesco I, il Salone dei Cinquecento e nel sottotetto ligneo del Salone, protagonista di alcune scene del film “Inferno”.
Il momento clou di ogni tour a Palazzo Vecchio non può che essere la visita del Salone dei Cinquecento. Il salone fu realizzato nel 1494 da Simone del Pollaiolo con lo scopo di accogliere il consiglio cittadino composto da 500 persone. A tal proposito si rese necessaria la realizzazione di una sala di grandissime dimensioni ed infatti il Salone misura 54 metri di lunghezza, 23 di larghezza e 18 di altezza. Per gli affreschi del salone furono incaricati due pezzi da 90 come Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci che avrebbero dovuto affrescare le pareti della sala ritraendo rispettivamente la Battaglia di Cascina e la Battaglia di Anghiari che avevano visto trionfare Firenze sui suoi nemici. Purtroppo nessuna delle due opere fu completata e nel XVI secolo fu affidato al Vasari il compito di realizzare sei enormi dipinti che rappresentavano le vittorie contro Pisa e Siena. Non è dato sapere con certezza se dietro a questi dipinti si nasconda ancora qualche traccia degli affreschi di Michelangelo e Leonardo ma intorno a questa ipotesi nel tempo si sono alimentate diverse storie interessanti. Non meno bella ed importante è la decorazione del soffitto costituita da 39 pannelli con la Scena di glorificazione come gran duca di Firenze e di Toscana e Importanti episodi della vita di Cosimo I. Nel Salone sono presenti diverse opere scultoree come le statue di Bandinelli, le Fatiche di Ercole di Vincenzo de’ Rossi e soprattutto il gruppo marmoreo Il genio della Vittoria realizzato da Michelangelo.
Galleria degli Uffizi
Con oltre due milioni di visitatori all’anno, la Galleria degli Uffizi è uno dei musei più visitati in Italia e nel mondo. La vastità e la qualità delle sue collezioni giustificano ampiamente questi numeri. Fondati nel 1560 con lo scopo di riunire gli uffici delle magistrature fiorentine in un unico edificio, gli Uffizi si sono nel tempo evoluti in un museo. Nel 1581 Francesco I de’ Medici trasformò la loggia dell’ultimo piano in una galleria d’arte personale nella quale raccolse la sua straordinaria collezione che era composta da dipinti, statue, armature, miniature, oreficerie, pietre dure e tanto altro ancora. Nello stesso anno, il Buontalenti realizzò la Tribuna, nucleo della galleria medicea, ispirandosi al Torre dei Venti di Atene, di cui riprende la pianta ottagonale.
Quando nel 1737 la casata dei Medici si estinse, le collezioni, che nel frattempo si erano accresciute notevolmente, passarono ai Lorena, i nuovi granduchi di Toscana. I Lorena portarono avanti delle grosse opere di riorganizzazione della galleria e nel 1769, Pietro Leopoldo decise di aprirla al pubblico. Da allora gli Uffizi si sono evoluti molto e con il progetto ancora in corso dei Nuovi Uffizi, il museo verrà ampliato notevolmente e dotato di nuovi spazi espositivi.
Solitamente ciò che interessa i visitatori sono i grandi capolavori esposti nelle sale, però anche l’architettura degli Uffizi merita di essere ammirata. Il complesso è costituito da due grandi edifici paralleli collegati da un elemento più breve a formare una “U” che circonda il piazzale che si apre in direzione di Piazza della Signoria. Arrivando agli Uffizi, i visitatori immaginano che la facciata della Galleria sia quella che si vede dal piazzale ma in realtà la facciata principale è quella rivolta verso l’Arno. L’edificio ha uno stile classico, dorico nello specifico, e si sviluppa su tre livelli: portico, piano nobile e loggia. All’interno si trovano ambienti diversi tra di loro per forme e dimensioni anche se all’esterno l’andamento delle finestre e degli elementi architettonici farebbe supporre il contrario.
Le collezioni degli Uffizi sono tra le più grandi ed importanti al mondo. Passeggiando per i suoi corridoi e le sue sale si assiste ad uno spettacolo unico con le opere dei più grandi maestri di ogni epoca che si susseguono senza sosta. Qui si trovano la più importante collezione esistente sul Rinascimento fiorentino, pregevoli opere di scultura, un’impareggiabile raccolta di disegni e stampe e più in generale una raccolta di opere che vanno dal XII al XVIII secolo. Tra i protagonisti assoluti degli Uffizi, ci sono Giotto e il suo maestro Cimabue, Sandro Botticelli con le sue due opere più famose la Primavera e la Nascita di Venere, Michelangelo con il Tondo Doni, Leonardo con l’Annunciazione e l’incompiuta Adorazione dei Magi, Raffaello, Tiziano con la Venere di Urbino, Piero della Francesca con il Doppio ritratto dei duchi d’Urbino, Dürer, Caravaggio con la Testa di Medusa, Rubens, Rembrant e tanti altri ancora.
Come potrete immaginare, il rischio di incorrere in lunghe code per entrare negli Uffizi è davvero molto concreto. Io vi consiglio di prenotare in anticipo i biglietti e magari di visitarli con un tour organizzato. Per le informazioni sugli orari di apertura e i biglietti vi lascio il link al sito ufficiale.
Palazzo Pitti
Tra i numerosi palazzi storici e le dimore nobiliari che ci sono a Firenze, Palazzo Pitti spicca per le sue dimensioni colossali e per il favoloso giardino ad esso collegato: il Giardino di Boboli. Il palazzo prende il nome dalla famiglia Pitti che lo edificò intorno alla metà del XV secolo. A quel tempo il banchiere Luca Pitti rivaleggiava con i Medici per la supremazia in città e per questo motivo decise di costruire un palazzo che potesse oscurare il palazzo che i Medici si erano fatti costruire da Michelozzo (Palazzo Medici Riccardi). Stando al Vasari, Pitti si rivolse a Brunelleschi per il progetto della sua nuova dimora e l’opera sarebbe poi stata realizzata da Luca Fancelli.
Purtroppo per loro, i Pitti andarono incontro a grosse difficoltà finanziarie e, nel 1549, furono costretti a vendere il palazzo a Eleonora di Toledo e Cosimo I de’ Medici. I Medici avviarono una serie di opere di ampliamento del palazzo che in origine consisteva solo nella parte centrale dell’attuale complesso con 7 finestre al primo ed al secondo piano. A partire dal 1560 Bartolomeo Ammannati iniziò ad ampliare il palazzo creando anche il nuovo cortile a tre piani e lo scalone monumentale per il piano nobile. Nel 1565, Vasari realizzò il Corridoio Vasariano e negli anni successivi furono realizzate la Cappella delle Reliquie, la Fontana del Carciofo, la Grotta di Mosè e la Grotta del Buontalenti. Tra il 1618 ed il 1631, due discendenti del Buontalenti, Giulio e Alfonso Parigi, si occuparono di allungare la facciata mentre nel Settecento Giuseppe Ruggeri aggiunse le due ali laterali che abbracciano la piazza.
Questa è stata per secoli la degna residenza dei Granduchi di Toscana, Medici prima e Lorena poi, e per un breve periodo il palazzo è stato abitato anche da Napoleone Bonaparte, durante il suo governo sull’Italia, e dai Savoia tra il 1865 ed il 1871, quando Firenze fu capitale del Regno d’Italia. Oggi Palazzo Pitti fa parte delle Gallerie degli Uffizi ed è la sede di vari musei: il Tesoro dei Granduchi, la Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali e Imperiali, la Galleria d’Arte Moderna, il Museo della Moda e del Costume e il Museo delle Porcellane.
Meglio noto come Museo degli Argenti, che poi era il suo nome ufficiale fino a qualche anno fa, il Tesoro dei Granduchi si sviluppa lungo numerose sale poste al piano terra e nel mezzanino di Palazzo Pitti. Il museo ospita una grandissima collezione di oggetti preziosi di inestimabile valore provenienti dalle collezioni dei Medici e dei Lorena, in particolare opere di oreficeria, argenteria, cristalli, pietre dure ed oggetti in avorio: insomma un vero e proprio tesoro!
Salendo al primo piano del palazzo, il piano nobile, si raggiungono la Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali e Imperiali. La galleria conserva l’incredibile raccolta di quadri dei Granduchi di Toscana: una collezione così vasta che nelle sale i quadri sono esposti con una densità impressionante. Qui si possono ammirare le opere di artisti del calibro di Botticelli, Raffaello, Andrea del Sarto, Tiziano, Tintoretto, Caravaggio e Rubens.
La Galleria d’Arte Moderna si trova al secondo piano ed ospita un’importante collezione di opere che vanno dal Settecento fino agli inizi del Novecento. Nel museo sono esposti dipinti e statue neoclassiche ed una significativa raccolta di opere dei macchiaioli e di artisti italiani vissuti tra il XIX ed il XX secolo. Tra i nomi più importanti ci sono Francesco Hayez, Antonio Canova, Giovanni Dupré, Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini.
Il Museo della Moda e del Costume si trova nella Palazzina della Meridiana, situata nell’ala sud di Palazzo Pitti. Fondato nel 1983, questo è il primo museo statale italiano dedicato alla storia della moda. Nel museo si può ammirare una vasta collezione di abiti ed accessori che documentano l’evoluzione della moda negli ultimi cinque secoli. Sia per la grande quantità di pezzi di cui è composta la collezione che per motivi di conservazione, l’esposizione viene periodicamente rinnovata con nuove opere.
Il raffinato Casino del Cavaliere, situato sulla collina di Boboli, è la sede del Museo delle Porcellane che fu inaugurato nel 1973. La collezione di questo museo è composta da pezzi unici, alcuni molto antichi, provenienti in gran parte dalle proprietà dei Granduchi di Toscana e dei Savoia. I pezzi esposti provengono dalle più importanti manifatture europee e furono creati appositamente per la corte granducale oppure donati da altri regnanti.
Se visitate Palazzo Pitti, non posso che consigliarvi di fare un giro anche nel Giardino di Boboli. Considerato uno dei più importanti esempi di giardino all’italiana, il Giardino di Boboli è un vero e proprio museo a cielo aperto. Il giardino, che occupa un’area di circa 45.000 metri quadri, ha un grande patrimonio botanico, architettonico ed artistico con opere di varie epoche, perfino contemporanee. Tra le varie cose vi consiglio di vistare l’Anfiteatro, Fontana del Nettuno, la Kaffeehaus, il Giardino del Cavaliere e passeggiare lungo il Viottolone fino a raggiungere la Vasca dell’Isola.
Piazzale Michelangelo
Come ultima cosa da vedere, non ho scelto uno dei monumenti principali di Firenze (e ce ne sarebbe ancora svariati di cui parlare), ma un luogo da cui vedere: Piazzale Michelangelo. E quello che c’è da vedere da qui è Firenze, in tutto il suo splendore e nel suo skyline più tipico. Da qui potrete ammirare un panorama molto ampio che abbraccia Forte Belvedere, Ponte Vecchio e i Lungarni, Palazzo Vecchio, il Duomo, il Bargello, la Badia Fiorentina, la Basilica di Santa Croce, la Sinagoga, la Torre di San Niccolò (che si trova proprio li sotto) e tanto altro ancora.
Questa meravigliosa terrazza panoramica fu costruita dall’architetto Giuseppe Poggi nel 1869 nel contesto delle opere realizzate quando Firenze diventò capitale d’Italia. Oltre alla terrazza panoramica, il Poggi ideò una loggia in stile neoclassico che avrebbe dovuto contenere le opere di Michelangelo ma che fu poi adibita a ristorante. In compenso, al centro della piazza si trovano delle copie in bronzo del David e delle quattro allegorie delle Cappelle Medicee.
Dove dormire a Firenze
Il centro storico di Firenze è pieno di hotel, bed and breackfast e appartamenti in affitto. La capacità ricettiva della città è davvero notevole, pertanto avrete solo l’imbarazzo della scelta. Qui troverete qualsiasi tipo di sistemazione, dall’appartamento più economico fino all’hotel 5 stelle di lusso. Se vi muovete con la macchina probabilmente vi conviene trovare un albergo col parcheggio oppure una struttura situata fuori dalla zona a traffico limitato che coincinde con il centro città.