L’incantevole Eremo di Calomini: un rifugio di spiritualità nel cuore della Garfagnana
L’Italia, con la sua straordinaria varietà di bellezze naturali e culturali, si erge come un prezioso scrigno che aspetta pazientemente di essere scoperto. Tra le sinuose strade, le antiche città e i pittoreschi villaggi, si celano innumerevoli gioielli di una bellezza affascinante. Tuttavia, alcuni di questi luoghi rimangono nascosti agli itinerari turistici più noti, riservando la loro magia solo a coloro che sono disposti a intraprendere una ricerca appassionata. Tra questi luoghi si erge maestoso l’Eremo di Calomini, un antico rifugio di spiritualità e serenità incastonato tra le lussureggianti montagne toscane.
La Toscana, celebre per la sua bellezza paesaggistica, le sue opere d’arte e la sua eredità storica, regala panorami dolci e sereni, vigneti e uliveti a perdita d’occhio, borghi medievali e città d’arte che ispirano ammirazione e gratitudine in tutto il mondo. Eppure, persino in questa regione elogiata, esistono luoghi che sorprendono e catturano l’attenzione. Uno di questi tesori nascosti è l’Eremo di Calomini, una solitaria chiesa che si nasconde tra le foreste delle Apuane, un gioiello di spiritualità e storia sconosciuto alla maggior parte.
Dove si trova l’eremo
L’Eremo di Calomini si trova nel comune di Fabbriche di Vergemoli, in Gafragnana, sulla strada che costeggia il torrente Turrite di Gallicano. Il complesso sorge in una straordinaria posizione che lo vede fuoriuscire dalla roccia per affacciarsi su uno strapiombo di ben 70 metri. La sagrestia, il luogo più intimo e mistico dell’eremo, è scolpita direttamente nella roccia stessa, secondo la leggenda, con l’ausilio di un semplice scalpello.
Nascita e storia dell’Eremo di Calomini
Le origini dell’incantevole effigie sacra della Madonna, a cui è devoto l’Eremo Calomini, si dipanano attraverso diverse leggende affascinanti. Secondo alcuni resoconti, si narra che una donna sia precipitata lungo uno strapiombo, ma, invocando l’aiuto della Vergine Maria, sia emersa illesa. Altri racconti sostengono che una statua sia stata scoperta da pastori e posta nella grotta.
Tuttavia, la versione più autorevole racconta di un evento accaduto intorno al Mille, quando una fanciulla si recò a dissetarsi presso una sorgente e improvvisamente si trovò di fronte a una statua di salice raffigurante la Madonna, successivamente appellata come ‘della Penna’. Questo straordinario evento fu divulgato nel villaggio, e i concittadini decisero di spostare la statua a Gallicano. Ma, stranamente, la statua scomparve nel giro di ventiquattro ore, per poi essere ritrovata nella sacra sorgente dove era apparsa per la prima volta.
Da questo memorabile episodio scaturì il desiderio di erigere un luogo sacro in grado di ospitare l’icona miracolosa. Iniziarono quindi gli scavi nella montagna, con l’intento di creare un santuario, un rifugio per tutti coloro che volessero esprimere gratitudine o supplicare la Madonna.
Solo nel XII secolo sorse il romitorio della Penna di Calomini, dedicato a Santa Maria Martyres, opera di devozione realizzata dai fedeli e religiosi del luogo.
L’Eremo Calomini e il culto che ospitava divennero celebri tra il XVII e il XVIII secolo. Vescovi e cardinali intraprendevano pellegrinaggi verso questo luogo magico e mistico, alla ricerca di sé stessi, della fede o per avvicinarsi a Dio attraverso la bellezza del contesto. Abitanti dei villaggi circostanti si arrampicavano sulle montagne per inginocchiarsi di fronte all’effigie e pregare la Madonna.
Grazie alle generose donazioni del XVII secolo, furono artigianalmente realizzati i pregevoli mobili in noce e castagno che impreziosiscono ancora oggi la sagrestia. Nel XVIII secolo, la struttura fu ampliata con un elegante colonnato a due ordini.
Dalla seconda metà del XVIII secolo, la cura del luogo passò nelle mani dei parroci locali, e nel 1941 fu affidata ai Frati Cappuccini. Nel 1810, l’Eremo Calomini subì il peso delle leggi napoleoniche che sopprimevano gli ordini religiosi, ma grazie all’impegno del Rettore di Vergemoli, il culto poté essere restaurato. Dal 2011, la gestione della struttura è stata affidata ai Discepoli dell’Annunciazione dell’Arcidiocesi di Prato.
Nel 1829, Papa Pio VIII concesse l’opportunità di ottenere un’indulgenza plenaria permanente per i pellegrini che, visitando l’Eremo Calomini, si avvicinassero ai sacramenti della Comunione e della Confessione, recitassero il Credo, il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre.
Architettura e arte dell’eremo
L’architettura dell’Eremo di Calomini riflette la spiritualità che permea la sua esistenza. Costruita con la pietra locale, la chiesa sembra fondersi armoniosamente con il paesaggio circostante, come se fosse un’estensione naturale di esso. All’interno, gli affreschi medievali, seppur sobri, ritraggono scene della vita eremitica e momenti di devozione religiosa. Queste opere d’arte semplici ma profonde narrano di una spiritualità radicata e di una vita vissuta in contemplazione e armonia con la natura.
Leggende e tradizioni
L’Eremo di Calomini è molto più di storia e arte: è un luogo avvolto da leggende e tradizioni. Una di queste narra di un malvagio drago che una volta abitava i dintorni dell’eremo, seminando terrore e distruzione. Si dice che fu l’eremita stesso, armato della forza della sua fede e delle sue preghiere, a sconfiggere il drago e liberare il territorio dal male. Questa leggenda tramandata di generazione in generazione rappresenta la potenza della fede e la profonda spiritualità che permea il luogo.
Come arrivare all’Eremo di Calomini
Per giungere all’Eremo di Calomini, occorre percorrere la strada che corre lungo la Turrite di Gallicano in direzione di Fornovolasco/Grotta del Vento. Dopo aver lasciato sulla sinistra il bivio per Verni e Trassilico, si imbocca una stretta stradina, praticabile solo dalle auto, che conduce in meno di un chilometro al piazzale dell’eremo. Un percorso avventuroso e affascinante, un viaggio verso la spiritualità e la storia.
Informazioni per la visita
Nel 2023, l’Eremo di Calomini accoglie i visitatori da martedì a domenica, con visite guidate alle grotte alle 10:00 e alle 16:00. L’orario giornaliero prevede momenti di preghiera, ascolto e adorazione, offrendo ai pellegrini una connessione più profonda con la spiritualità del luogo.
Ore 8.00 – Preghiera di Lode e di Ascolto
Ore 11.00 – Santa Messa
Ore 17.00 – Preghiera di Vespro e di Adorazione
Ore 20.00 – Salve Regina
Ore 4.00 – Preghiera notturna
Dopo la Santa Messa delle ore 17.00 il Santuario chiude al pubblico.